Amo ergo sum

Resistere con consapevolezza nel mondo iperconnesso

La mindfulness è un atto di resistenza poetica contro il rumore digitale. La sfida non è difendersi, ma imparare a dialogare con consapevolezza, spiega SCW

Nel caos dell’era digitale, la Mindfulness si rivela molto più di una semplice pratica antistress: rappresenta un vero e proprio atto di resistenza poetica contro l’invadenza tecnologica che caratterizza le nostre giornate. Il tema viene sviluppato nel nuovo articolo che Selene Calloni Williams ha scritto per la sua rubrica Agorà su iO Donna.

La questione centrale per la donna contemporanea non sta nel tentare una fuga impossibile dal digitale, quanto piuttosto nell’imparare a stabilire un dialogo consapevole con esso. Gli algoritmi, le notifiche, i social media: tutto questo fa ormai parte integrante della nostra esistenza. La vera scelta sta nel modo in cui decidiamo di abitare questa realtà. Senza consapevolezza, rischiamo di trasformarci in semplici spettatrici passive della nostra vita, guidate dalle notifiche anziché dalle nostre intenzioni.

La mia esperienza come monaca buddhista Theravāda mi ha insegnato il valore profondo della presenza. Nel silenzio dei monasteri, osservando il respiro e ogni movimento del corpo, ho compreso che la consapevolezza non richiede performance eccezionali: è semplicemente un ritorno all’attimo presente, al gesto elementare di respirare, al battito che testimonia la nostra vitalità.

Questa visione permea la mia scrittura. In Mindfulness Immaginale esploro come la pratica meditativa si intrecci inevitabilmente con simboli e archetipi che plasmano la nostra anima. Con 1 minuto al giorno, meditazioni quotidiane offro strumenti accessibili: non servono ore di pratica, basta un minuto vissuto con piena presenza.

Cercare senso oggi significa imparare l’arte della pausa, anche quando tutto corre freneticamente. Significa riconoscere il valore nelle piccole cose: bere acqua come se fosse un dono prezioso, osservare i colori del cielo, scoprire il silenzio nascosto nel rumore.

La donna che cerca senso non necessita di compiere grandi gesti. Le basta aprire uno spazio interiore dove ogni emozione possa esprimersi, dove le ferite diventano insegnamenti e le gioie si trasformano in carezze da condividere. Così il presente cessa di essere un attimo fugace e diventa una casa accogliente dove finalmente respirare in pace.

Puoi leggere l’articolo completo su iO Donna.

Immagine di Morgan K Barraco

Morgan K Barraco