Le relazioni sono una cosa difficile. Pensate alle relazioni con i genitori, con i figli, con i familiari, con i fratelli, le sorelle, le relazioni sul lavoro, col commercialista. Oppure a quelle con il collega o la collega, con il capo, il manager, il dipendente. Le relazioni con gli amici e per non parlare di quelle che riguardano il compagno o la compagna. Le relazioni sono davvero una cosa difficile.
Quando penso alle relazioni difficili, il primo che mi viene in mente è Achille, proprio lui, il pelide Achille, l’acheo, il semidio. Achille è un semidio in quanto nato da Teti, una dea che, per rendere immortale il figlio, decide di intingerlo nel fiume Lete. Questo particolare fiume era in grado di far perdere la memoria, ma anche di rendere immortale chiunque. Durante l’immersione, Teti tiene il figlio per un tallone, donandogli quindi l’immortalità a eccezione di quell’unico punto. Sapendo che il figlio non fosse del tutto immortale, Teti non può che temere per la vita di Achille. La sua natura di dea le permette anche di conoscere il futuro e così sa bene che Achille sarebbe morto se fosse andato a Troia a combattere. In particolare, sa che Achille sarebbe morto se avesse ucciso Ettore di Troia.
Tuttavia la guerra ha inizio: Menelao e Agamennone chiamano a raccolta tutti i principi achei per combattere contro i troiani a causa del rapimento di Elena, la moglie di Menelao, per mano di Paride. In realtà si tratta solo di una scusa: Troia è una città ricchissima e gli achei decidono di sfruttare il rapimento della donna per mettersi in marcia e realizzare il loro progetto bellico.
Quando Menelao e Agamennone radunano gli achei per andare in guerra, Teti cerca di salvare la vita del figlio e lo spinge a nascondersi per non farlo arruolare. Così decide di nasconderlo presso il re di Sciro e di farlo travestire da donna. Figuratevi! Achille, il grande Achille, travestito da donna per nascondersi, come se fosse un uomo pavido, pauroso. Achille però accetta per far contenta la madre. In seguito, Ulisse si accorge del travestimento di Achille e lo spinge a combattere insieme agli achei. Nessuno, mai, infatti, si sarebbe ricordato di lui altrimenti. Se invece fosse andato a combattere, sarebbe diventato immortale. Achille è bramoso di immortalità, voleva la fama, essere riconosciuto da tutti e così decide di andare a combattere.
Tornando alle relazioni, coloro che hanno dei legami più difficili sono proprio coloro che hanno un grande valore come Achille, che hanno un’aspirazione a emergere, come diceva Adler. Un’aspirazione innata nell’anima, che vuole evolvere, un’anima fortissima. Persone con una grande missione.
Il tradimento
Quindi dopo aver fatto di tutto, essersi persino travestito da donna, Achille decide di tradire la madre per andare a combattere. Per lui è più importante il successo, la fama, il suo nome. Più importante persino della sua stessa vita.
Appena ragazzino, Achille cresce sotto la guida di Chirone, il centauro che gli insegnerà a combattere e tantissime altre cose. In quegli anni conosce Patroclo, un altro ragazzino, con cui presto scoppierà un amore bellissimo, dolcissimo e meraviglioso. In virtù di questo grande amore, Patroclo segue Achille dappertutto e non esiterà a seguirlo nemmeno quando partirà verso Troia per combattere. L’assedio alla città durerà nove anni e la guerra vera e propria un altro anno.
Durante i nove anni di assedio succede di tutto, compreso il fatto che gli achei fanno delle schiave troiane. Achille prende come schiava Criseide, una sacerdotessa di Apollo, provocando la sua ira. Scoppia un’epidemia, tutti si ammalano. Il Covid degli antichi. L’oracolo dice agli achei che l’epidemia passerà solo se Agamennone consegnerà Criseide al padre Cristo. Agamennone non è d’accordo, ma Achille intercede e lo convince a rilasciare la schiava. Agamennone accetta, ma decide di prendere la schiave di Achille, Brideide. Achille infatti è bisessuale, si innamora di Patroclo ma anche di Briseide. Vive queste storie passionali, molto profonde, emotive. Ricordiamolo: Achille è una grande anima, ha una grande aspirazione a evolvere ed è capace di grandi passioni.
Agamennone gli prende Briseide, la schiava, e Achille attua la massima vendetta: incrocia le braccia e decide di non combattere più. Gli achei potevano vincere contro i troiani solo grazie ad Achille, togliendo così la sua protezione al suo popolo. Gli achei lo pregano in tutti i modi di combattere, ma Achille si ribella contro il potere. Dobbiamo prendere esempio da lui!
Se tutti facessero come Achille, incrociassero le braccia e si rifiutassero tutti di combattere, come sta succedendo in Iran… Le donne iraniane stanno protestando perché hanno ucciso una ragazzina che non portava il velo in modo corretto. La polizia l’ha arrestata e la ragazza è morta sotto le grinfie della polizia religiosa. Scoppiata la protesta, ci sono stati numerosi morti. Questo dato però fa capire quanto sia potente la volontà del popolo. Avremmo bisogno di tanti individui che si risvegliano e che dicono no al potere, alle ragioni assurde. Abbiamo bisogno di tanti cuori ribelli.
La morte di Patroclo
Achille non avrebbe davvero combattuto più. Patroclo tuttavia non può vedere gli achei sconfitti dai troiani e decide di indossare l’armatura di Achille per mettere in fuga i nemici. Indossa l’armatura fingendo di essere Achille e viene ucciso da Ettore. A quel punto Achille non ci vede più: deve vendicare la morte del suo Patroclo. Solo così decide di ritornare a combattere, ma non in difesa del potere: per amore. Così come voleva la profezia, Achille verrà ucciso dalle frecce di Paride.
Paride è un ragazzino che non sa scoccare le frecce, ma la sua arma è guidata da Apollo, protettore dei troiani. Achille muore ferito nel suo punto debole: il tallone.
Durante i nove anni di assedio, Achille si innamora di tante altre. Dopo aver perso Briseide, si innamora di Polissena e fa un patto con un nemico: fa un patto con il padre della donna, Priamo il re di Troia. Prima di decidere di non combattere si innamora anche di Ippolita, la regina delle amazzoni, giunte in difesa dei troiani. Achille la ucciderà e nello stesso momento in cui Ippolita morirà fra le sue braccia, realizzerà che si tratta del suo grande amore. Achille morirà prima di sposare Polissena, sacrificata in seguito alla sua morte dal figlio del guerriero. Achille infatti aveva avuto un erede dalla figlia del re di Sciro.
Achille è la tipica persona dalle relazioni difficili, a causa della sua aspirazione alla libertà, alla riuscita. Vive di passioni e fa di tutto per esse. Fa tutto per amore, come travestirsi da donna per amore della madre. Concepisce il figlio Neottolemo per passione, combatte per passione. E sempre per passione non combatte più e ritorna alle armi a causa della morte di Patroclo. Si innamora perdutamente anche del nemico, come Ippolita, Polissena.
Achille rappresenta la grande anima che vive per passione e che ha sempre delle relazioni difficili. Per avere delle buone relazioni, mi diceva sempre Michael, bisogna cavalcare la tigre. Achille è una figura poetica, meravigliosa, che non si può non amare. Parlo di lui nel mio libro Daimon, dove racconto il mito in chiave immaginale. Questa lettura è un’azione sciamanica che porta alla guarigione. Se avete delle relazioni difficili e non riuscite ad avere una relazione stabile ed equilibrata in nessun aspetto della vostra vita, dovete leggere l’ultimo capitolo.
Se voi riconoscete questa vostra condizione di forte anima, di grande passione. Se riconoscete di avere questa tigre dentro di voi, riuscirete a cavalcarla. Questa è una delle prime cose che mi ha insegnato il mio maestro Michael Williams.
“Tu hai un’anima grandissima. Devi imparare a cavalcare la tigre, altrimenti non avrai mai relazioni soddisfacenti nella vita”.
Imparare a cavalcare la vita vuol dire accettare, includere, anche gli aspetti più opachi e oscuri della relazione come forze karmiche. Le nostre relazioni sono modellate dagli effetti del nostro karma. Il destino è un prodotto del karma, va compiuto per risolvere il karma. Se qualcuno viene a te e si instaura una relazione profonda, questo qualcuno è unito a te dal cosiddetto filo d’oro. Avete una relazione karmica, destinica. Devi vivere la relazione per compiere il tuo destino e risolvere il tuo karma. Il karma è l’azione che precede la nostra nascita, disegnando per noi un destino. Cosa vuol dire compiere il destino? Vuol dire includere totalmente una relazione, non solo nei suoi aspetti passionali, positivi, ma anche negli aspetti in ombra. Se non sei capace di questo, non avrai mai relazioni durature ed equilibrate. Se tu vivi come Achille, semplicemente e soltanto sulla scorta della passione, non avrai mai relazioni durature e non avrai mai relazioni che ti aiutano a risolvere il tuo karma perché non andrai mai fino in fondo al tuo destino. Romperai la relazione prima di compiere il tuo destino.
Achille aveva un destino da semidio e per qualche tempo da retta alla profezia della madre, ma la sua passione lo spingerà ad andare in guerra. Rompe così la relazione con la madre. Lo farà anche con gli achei, decidendo di non combattere, rompendo allo stesso tempo anche la relazione con Briseide, cedendola ad Agamennone. Non riuscirà a rompere la relazione con se stesso a causa della morte di Patroclo, provocando la sua propria morte durante lo scontro con Ettore.
Voi ammirate Achille, ma in realtà non volete essere come lui perché tutte le azioni di Achille non lo porteranno a vivere una relazione duratura e profonda e infine morirà. Nessuno vuole essere Achille, che ci insegna come non seguire le sue orme. Dobbiamo vivere di passioni, certo, una grande anima, ma dobbiamo riuscire a cavalcare la tigre. Come diceva il mio maestro. Del resto io sono fuggita in Sri Lanka dopo la morte di mio padre, che aveva una grande tigre dentro e non è mai riuscito a domarla.
Mio padre mi è venuto in mente pochi giorni fa a Brescia: era un pilota, aveva fondato un aeroporto di vela e aveva una tigre enorme che non sapeva cavalcare. Infatti se ne è andato presto.
Le persone che hanno una grande anima vivono con passione, ma muoiono senza aver risolto il karma che li ha voluti in vita. Voi di sicuro volete il Nirvana, la liberazione finale, ed essere all’altezza delle vostre relazioni. Volete viverne una in modo autentico.
Come cavalcare la tua tigre
Come si fa a cavalcare la tigre? Il mio maestro ha impiegato sei anni a insegnarmelo, io cerco di trasmetterlo a voi in sei minuti. Siete perfettamente in grado di farlo: bisogna includere la relazione, non giudicare, includerla fino in fondo. Includerla totalmente.
Achille sapeva che sarebbe morto, glielo aveva detto Teti. Però era accecato dalle sue passioni. Se avesse incluso la relazione con la madre, si sarebbe ricordato delle sue parole.
Quando qualcuno viene a te e senti che questa relazione è significativa per te, dovrai tenere in considerazione i momenti belli e brutti. È nei momenti opachi che devi includere la relazione e dire a te stesso: se questa relazione è venuta a me, io voglio esserne all’altezza. Non bisogna rompere la relazione solo perché ti presenta la faccia tremenda. Questo vuol dire cavalcare la relazione. Quando hai tanta passione come Achille, diventa più difficile operare questa inclusione. Questo non vuol dire rimanere in una relazione che ti fa soffrire. Devi allontanarti dalla relazione che ti depaupera, dalla persona che ti umilia, ma includendola. Ti amo, nell’amore ti lascio andare e adesso sono libera. Non ti distruggo, non ti anniento perché tu non corrispondi alle mie aspettative. Se la relazione mi umilia, io esco, ma non ti distruggo, ti includo. È difficile quando l’altro ti fa sentire sbagliata, riuscire a vivere questi nostri aspetti oscuri come forze anzichè come difetti. Senza cambiarli. Sono imperfetta, è vero. Non voglio guarire la mia imperfezione. Tu me la fai notare, me la fai vivere e io ti ringrazio. Hai ragione sono imperfetta e non voglio cambiare. Ti ringrazio, ti amo, grazie per avermi fatto notare tutto questo e poi posso anche lasciare la relazione, compiendo il suo destino fino in fondo. Questa relazione doveva servire a questo, a farmi vedere la mia ombra, a capire che non è assenza di luce. Doveva farmi comprendere che i miei difetti, le mie fragilità, sono le mie più grandi forze. Compiendo il destino della mia relazione, ho risolto il mio karma.
Se tu, appena l’altro ti fa vedere la tua anima nera, appena Agamennone ti sottrae la tua Briseide, vai contro Agamennone, non riuscirai a compiere il destino della relazione e a risolvere il tuo karma. Nessuno vuole essere come Achille perché non è riuscito a compiere le relazioni, interrompendole prima sulla scorta della sua passione.
Tutti siamo nati per vivere in relazione. Magari a qualcuno ne basta una per compiere il destino e fermare i venti del karma. Poi quando il destino è compiuto e i venti del karma risolti, si parla della condizione del Bodhisattva, una condizione di relazione profonda e solitudine cosmica, estremamente positiva perché è in perfetta relazione con il divino. Il Bodhisattva si rende conto che tutto è illusione e che chiunque abbia di fronte è una maschera del divino.