Nel mio cammino come scrittrice e insegnante, ho compreso che la vera ricchezza non si misura in conti bancari, ma nella capacità di guardare il denaro sotto la lente d’ingrandimento di una visione più ampia, spirituale e compassionevole. Come scrivo nel mio ultimo articolo per Vivere lo Yoga: “Occorre cambiare l’idea che abbiamo del denaro e la nostra relazione con esso. Arricchirsi senza un obiettivo “alto” non farà avanzare l’umanità, né rispetterà la Natura”.
Credo fermamente che il denaro, quando fluisce attraverso relazioni positive e un’economia circolare, possa diventare strumento di abbondanza collettiva. Citando Sri Aurobindo, filosofo che ha profondamente influenzato il mio pensiero: “Il denaro sarà in buone mani grazie a persone appassionate, perché lo faranno fluire e non lo accumuleranno”. Per questo, invito a restituire risorse alla Grande Madre e a orientare ogni guadagno verso scopi che nutrono l’anima.
Spesso, chi intraprende un percorso spirituale prova disagio verso il denaro, associandolo a qualcosa di impuro. Ma è proprio ora, in un’epoca dominata da logiche bellicose e divisive, che dobbiamo reclamare il suo potere. Come sottolinea Aurobindo: “Occorre riconquistare il potere del denaro per rimetterlo nelle mani della Madre”.
La chiave è l’eudaimonia, concetto greco che definisce la realizzazione di sé attraverso la passione e la missione autentica. “La vera ricchezza è sperimentare ogni giorno l’eudaimonia”, scrivo. Quando ci dedichiamo a ciò che amiamo, il denaro smette di essere fine a sé stesso: diventa alleato per servire l’anima e il pianeta.
Con il mio “metodo simbolo-immaginale” e i “viaggi del fare anima” promuovo un approccio che unisce spiritualità, ecologia e azione concreta. Ogni giorno, chiediamoci: “La ricchezza che desidero mi porta alla felicità autentica? Sono al servizio della mia anima o di chi danneggia il pianeta?”. Solo così trasformeremo il denaro in un atto sacro di amore.
