Myanmar, gli sciamani invocano gli spiriti contro i militari al potere
di Fabio Polese
Il primo febbraio scorso il golpe militare ha messo fine all’esperimento di un Myanmar semi-democratico. Nonostante lo stato di emergenza ordinato dall’esercito e la violenta repressione delle forze di sicurezza contro la popolazione civile, centinaia di migliaia di persone stanno continuando a protestare nelle strade delle principali città del Paese.
Tra i manifestanti ci sono anche i Natkataw (gli sciamani) che, invocando gli spiriti Nat, chiedono la liberazione della leader del National League for Democracy (Nld) Aung San Suu Kyi e il rispetto del risultato delle elezioni del novembre scorso.
“I Nat non vogliono i militari al potere”, ha spiegato all’Afp lo stregone Achaintan Man Gay Oo, mentre partecipava alle proteste dei giorni scorsi a Yangon. “Le facce tristi degli spiriti mostrano i segni della loro insoddisfazione”.
Linn Nhyo Taryar, un altro giovane indovino che vanta un grande seguito sui social, è stato arrestato nel fine settimana dalla polizia per aver partecipato alle proteste e gran parte dei suoi contenuti su Facebook sono stati oscurati. I suoi seguaci hanno affermato che il Natkataw aveva previsto quello che sarebbe successo nel Paese. “In Myanmar ci saranno molti cambiamenti”, avrebbe scritto in un post pubblicato il 31 dicembre 2020.
Gli spiriti Nat e gli sciamani
Secondo la leggenda i Nat sono persone realmente vissute e decedute in circostanze terribili. Dopo la morte si sarebbero trasformati in spiriti guida che vivrebbero tra la natura selvaggia.
“I Nat sono personaggi un tempo veramente esistiti in questo mondo, dotati di forze e abilità straordinarie; risultati inaccettabili al mondo in virtù dei loro poteri eccezionali, sono stati condannati a una morte ingiusta che li ha resi spiriti”, scrive Selene Calloni Williams nel suo libro Carte dei Nat e le costellazioni familiari (Edizioni Mediterranee, 2011).
Il luogo simbolo del culto di questi fantasmi è la cima del monte Popa, una montagna di origine vulcanica che sorge al centro di una vasta foresta e dove ancora oggi si trovano diversi Templi, meta di pellegrinaggi da tutto il Myanmar. Attualmente sono venerati 37 Nat diversi, ma in passato erano molti di più.
Gli spiriti si manifestano alla popolazione grazie alla mediazione degli sciamani, i quali evocano i Nat durante dei particolari rituali, dove tra danze e canti, vengono bevute bevande alcoliche a base di riso per entrare in trance e comunicare con loro. Secondo la tradizione i Natkataw sarebbero in grado di prevedere il futuro, cacciare gli spiriti maligni e guarire dalle malattie.
La superstizione nel Paese
Il Myanmar, nonostante sia un Paese a maggioranza buddista, il culto animista e le credenze superstiziose fanno parte della vita quotidiana della popolazione. Durante l’era coloniale britannica e nei decenni di dittatura militare successivi, gli sciamani hanno sempre utilizzato i loro poteri magici anche per cercare di combattere gli oppressori. Proprio per questo in passato i vertici del Tatmadaw – l’esercito del Myanmar – hanno represso queste pratiche esoteriche.
Ma sebbene la leadership militare ha sempre mostrato pubblicamente disappunto verso questi rituali occulti, anche loro hanno più volte chiesto aiuto agli sciamani, prestando molta attenzione ai consigli che gli venivano indicati. Than Shwe, padre-padrone del Myanmar dal 1992 al 2011 e tuttora “padrino” delle forze armate, ad esempio, era un cliente abituale di un famoso indovino sordo e sembrerebbe che anche l’attuale capitale Naypyidaw, la “Sede dei Re”, sia stata costruita dal nulla proprio a causa delle superstizioni del generale.
Situata nella parte centrale del Paese, Naypyidaw è diventata il comando operativo della giunta militare al posto di Yangon nel 2006. L’annuncio ufficiale è stato dato l’11 novembre 2005, alle 11 del mattino, mentre 11 battaglioni militari, trasportati da 1100 autocarri, accompagnavano 11 ministri verso la nuova capitale. La scelta della data e la frequenza del numero 11, sarebbe stata consigliata proprio dal Natkataw personale di Than Shwe.