Selene Calloni Williams si racconta a Silvia Arosio, penna prolifica del magazine online Riflettori Su, spaziando dalla visione immaginale alla nuova psicologia, passando per il mito greco e le eroine presenti nelle opere di Giacomo Puccini. Quest’ultima occasione è legata allo spettacolo in onore del grande maestro e che avrà luogo il 18 dicembre 2024 presso il Circolo Filologico Milanese.
“Il termine immaginale è un neologismo coniato dal filosofo Henry Corbin”, ci ricorda SCW nell’intervista, “che traduce la visione delle filosofie orientali a matrice tantrico-sciamanica, come il Buddhismo esoterico e il suffisso islamico, secondo la quale l’esistenza è un immenso sogno, una grande imago, cioè una sorta di immagine orografica.”
La separazione fra individuo e Tutto è dovuta alla natura separatrice della mente, che spinge l’individuo a distaccarsi dal divino e a non riconoscerci come parte integrante della Grande Madre. Un inganno della mente che per i buddhisti è chitta maya, un termine che combina due parole sanscrite:
- “Citta”: la mente, la coscienza, il campo mentale
- “Maya”: l’illusione, il velo che copre la realtà ultima
Per James Hillman, il maestro occidentale di SCW, l’anima rappresenta l’atto stesso dell’immaginare.
SCW sottolinea anche la necessità di affacciarsi, oggi più che mai, alla nuova psicologia che permette di “fare anima”, a differenza della psicologia accademica che si fonda sul modello newtoniano-cartesiano. La realtà viene intesa così come mitopoiesi, elaborazione dei miti greci che hanno la stessa struttura della creazione dell’anima.