Voglio darvi una sorta di compiti per le vacanze, come si faceva a scuola, anche se saranno molto diversi da quelli che mi davano quando ero studente. Oggi voglio parlarvi di Alchimia e dell’elemento argento, del potere dell’immaginazione e darvi un compito per le vacanze che riguarda il potenziamento dell’immaginazione e dell’elemento argento.
Ognuno di noi, psichicamente parlando, è composto da vari elementi. Credo che tutti noi abbiamo bisogno di aumentare moltissimo la presenza dell’elemento argento perchè è il potere dell’immaginazione. In alchimia, l’argento è la capacità di immaginare e la fantasia è quindi il potere creativo. Perchè tutto ciò che possiamo immaginare, lo possiamo anche realizzare.
Se siete immaginalisti avrete sicuramente sentito parlare di Alchimia. La Psicologia Immaginale, la Visione Immaginale, è una visione profondamente alchemica. A proposito, ringrazio tantissimo tutti voi per i regali che mi fate. Soprattutto quando li fate con le vostre stesse mani, come questa bellissima sfera che mi ha regalato uno di voi. Chi l’ha fatta è un vero sciamano alchimista perchè è un fabbro, come gli sciamani delle origini. Il fabbro è colui che plasma la materia e trasportato nella psiche, questo concetto significa plasmare il destino. Può creare gli eventi insieme alla divinità. Lo sciamano, il mago, l’alchimista, è colui che co-crea gli eventi insieme alla divinità e non ne è vittima.
Chiaro che quello dell’achimista e dello sciamano è un universo immaginale, dove tutto è sogno, immagine. Per cui la materia, l’oggetto, è immaginare. Plasmare la materia e il destino sono due aspetti della medesima realtà. Il fabbro plasma la materia, lo sciamano plasma il destino. Sono due aspetti del medesimo potere.
I momenti di “follia”
Abbiamo appena terminato un lungo ciclo di dirette dedicate al Kintsugi, l’arte giapponese di riparare gli oggetti rotti. In Psicologia, l’arte di riparare la psiche con l’oro della consapevolezza. Nel Kintsugi si usa molto anche l’argento, proprio perchè in alchimia è il materiale che serve a unire, amalgamare, congiungere. Rappresenta anche la follia e la lunarità. Quella follia illuminata che fa parte del processo del Fare Anima. Abbiamo bisogno di momenti di follia nella nostra vita. Spesso sento le persone diventare vittime dei loro momenti di follia perchè li narrano in modo colpevolizzante.
Mi dicono, “L’altro giorno sono esplosa con il mio compagno o con la mia compagna, con mio figlio, mia figlia. Ho avuto un attimo di follia e me ne pento tantissimo, perchè ho urlato, ho spaccato i piatti.”
Noi abbiamo bisogno di questi momenti di follia. Il problema è che se ne diventiamo vittime, colpevolizzandoci perchè aderiamo ad un modello sociale di comportamento in cui questi momenti devono essere esclusi. A furia di escluderli succede che reprimiamo la follia. E la follia quando è repressa non è più saggia, illuminata, ma diventa pericolosa. Reprimere la follia vuol dire nascondere alla nostra consapevolezza l’elemento argento. L’argento sotterrato non brilla più, non riflette più, non si trasforma più in potere di immaginazione.
James Hillman diceva che l’argento nasce da una catastrofe psichica, da una foresta bruciata. C’è bisogno infatti di attimi di follia per manifestare l’elemento argento e la sua capacità di unire, di congiungere.
L’argento nelle relazioni
Quando abbiamo dei momenti di follia, tutti i contenuti psichici vengono scossi come se venissero messi in un frullatore. Dopo di che si creano nuove combinazioni che ci permettono di arrivare a soluzioni nella vita che non vedevamo prima. Ci permettono di realizzare la scoperta geniale. Senza questi momenti di follia non potremo mai arrivare al momento di illuminazione. Dobbiamo essere capaci di attraversare i nostri momenti di follia senza colpevolizzarci.
“Ieri sono esplosa, ho urlato come una pazza e ho spaccato dieci piatti.”
Va bene. Vuol dire che li aggiusterò con l’argento e creerò delle nuove alleanze. È un momento in cui ho preso tutti i contenuti psichici della nostra relazione, li ho scossi, e adesso tirerò fuori dei modi più profondi, nuovi e autentici, di stare in relazione con quella persona.
Il problema è che abbiamo degli schemi di comportamento che ci vengono forniti dal sistema societario. Vogliamo sempre aderire a quegli schemi, ma in questo modo reprimiamo l’argento che è il nostro stesso potere di immaginazione. Non riusciamo mai ad alimentare le nostre relazioni con nuove fantasie, immaginazioni. E piano piano succede che le nostre relazioni si inaridiscono fino a comparire. Poi diventiamo vittime della solitudine, perchè non sappiamo alimentare con l’argento le nostre relazioni. Ovvero alimentarle con attimi di follia.
Momenti in cui magari ce ne diciamo di tutti i colori, mettiamo in scena la tragedia dell’urlo, indossiamo la maschera dell’aggressività. Questi momenti di follia servono a rimescolare la relazione e tirare fuori nuove fantasie, immaginazioni, nuovi modi di essere in relazione. Ciò che inaridisce e spegne la relazione è proprio il trattenersi, il continuare a reprimere i momenti di saggia e illuminata follia.
Se inveisci, imprechi, urli contro una persona che ti è cara e ti senti colpevole, diventa una tragedia. Se invece lo fai e ti senti comico, sulla scena di una recita, la recita inizia veramente. Anche l’altra persona si sente coinvolta, inizia a inveire contro di te, magari ad urlare. Ma mentre lo fate vi divertite, ridete, un po’ imprecate, un po’ aggredite. E ridendo e scherzando dite la verità, poi alzate la voce e scuotete la testa. Scoppiate a ridere. Poi di nuovo ritornate all’attacco aggredendo, poi di nuovo ridete. Diventa tutta un’altra storia e va bene così. Ti sei sfogato, hai urlato, hai rotto tre piatti e hai shakerato materiale psichico, hai tirato fuori nuove fantasie di relazione. Poi riscoprite la vostra relazione in modi del tutto geniali. Vi siete concessi un attimo di follia straordinario, bellissimo.
In quest’attimo di follia non deve entrare la società, non deve entrare la civiltà. Non deve entrare il sistema con i suoi modelli e i suoi schemi di ciò che è bene e di ciò che è male, altrimenti si ammazza la fantasia e vi sentite sbagliati e colpevoli. Questa scena di aggressività reciproca si trasforma in una tragedia e la relazione si inaridisce, si spegne. Bisogna saper depersonalizzare, vivere l’attimo di follia ma in modo depersonalizzato. Adesso ti aggredisco ma non c’è niente di personale, sono attraversata dal grande Dio Marte, Ares, e ho bisogno di Fare Anima.
Consentimi di mettere in scena quest’attimo di follia e anzi fallo anche tu, viviamolo insieme. In questo modo usciremo da tutti i modelli di relazione e di comportamento che ci hanno insegnato a scuola. Per farlo devi essere capace di essere libero da tutto questo. Diventa un momento in cui mi libero da tutti gli schemi. Vieni con me in quest’attimo di follia, facciamo lunarità insieme e riscopriamo tutto l’argento prezioso che c’è dentro di noi, come elemento della sana e saggia, illuminata, follia che ci serve per Fare Anima e per intensificare l’anima che c’è nella nostra relazione.
Quando l’argento si presenta come follia illuminata serve ad unire.
L’argento e lo specchio
L’argento è lo specchio magico in cui Perseo guarda Medusa per tagliarle la testa e liberarla dall’impero, trasformandola in Pegaso, il cavallo alato.
Dato che riflette, l’argento non è solo il simbolo del nostro potere di avere dei momenti di saggia e illuminata follia, ma rappresenta anche il potere riflettente. Più argento abbiamo, più argento ritroviamo dentro di noi e più siamo capaci di riflettere.
La capacità di riflettere è il segreto del carisma e del mesmerismo. Tu riesci ad attrarre gli altri a te quanto più li rifletti. Cioè quanto più loro possono specchiarsi in te, guardandoti, ascoltandoti. Se gli altri possono specchiarsi in te, allora è ovvio che hai carisma, che mesmerizzi, che attrai.
Questo potere lo acquisisci tanto più quanto riesci a risvegliare l’argento dentro di te.
Lo specchio ci riporta al concetto molto attuale, dato che è presente nella Fisica Quantistica, secondo cui l’oggetto che viene osservato e lo sguardo dell’osservatore non sono indipendenti. Lo sguardo dell’osservatore modifica ciò che viene osservato e allo stesso tempo ciò che viene osservato modifica l’osservatore.
Per essere capace di riflettere gli altri, di fare da specchio agli altri, devi essere capace di essere duttile, proprio come l’argento e l’oro. Si prestano ad essere lavorati, a diventare gioielli, ad assumere forme anche molto difficili come quella del drago. Bisogna essere molto elastici, assumere la forma dell’altro e quindi essere molto empatici. Devi sentire l’altro dentro di te e se sei capace di aprirti all’altro, dissentire dall’altro dentro di te, allora lo rifletti.
Quando vi incontro, basta che mi diciate due parole e vi sento tutti dentro di me in due secondi. Quando mi abbracciate, vi firmo il libro, alcuni mi raccontano in due parole la storia più impressionante della loro vita. Vivo tutto questo dentro di me, lo sento, lo vivo come se mi riguardasse. Riesco a sentire su di me tutte le vostre storie, perchè in qualche modo le ho vissute. Ho avuto di tutto in questa vita, anche in modo concentrato. Se a 19 anni non avessi incontrato Michael Williams e lo Yoga, probabilmente non sarei qui. Avrei rimandato tutto alla vita successiva e quindi devo dire che lo Yoga ha salvato la mia incarnazione.
Quando mi parlate delle vostre depressioni e dei vostri litigi, delle vostre lotte e della vostra povertà, difficoltà con il denaro, della solitudine, delle difficoltà con le relazioni. Persino quando mi parlate delle vostre malattie, del vostro cancro, per me è come giocare a battaglia navale. “Ce l’ho, ce l’ho, ce l’ho, ce l’ho.”
C’è in me la memoria di tutte queste esperienze che ho vissuto. I tradimenti, gli abbandoni. Anche se alla fine credo che tutte le persone che sono qui con l’obiettivo di Fare Anima le abbiano tutte queste cose, proprio perchè è attraverso di esse, di queste ombre, che facciamo anima.
La pratica
Durante queste vacanze vi prescrivo di lasciarvi andare ai momenti di saggia e illuminata follia, senza sentirvi in colpa. Se non vi sentite in colpa, la follia non vi può trascinare nella tragedia. Succede solo se cercate di reprimerla e se la vivete con un senso di colpevolezza. Lasciate andare la paura e apritevi all’altro, sentitelo dentro di voi. Bisogna avere coraggio e aprire il proprio mantello, chiamando a sè spiriti, antenati dei nove universi vuoti. I demoni delle quattro direzioni.
Io, impavida yogini, impavido yogin, vi invito.
Accogli l’argento dell’altro, poichè potenzia il tuo. Se tu ti apri e includi la sua depressione, tristezza, follia, rabbia, malattia, e accogli tutto, potenzi il tuo argento. Di conseguenza potenzi la tua anima.
Il Divino è il Beato Tremendo perchè ha creato l’universo dalle sue stesse membra e al termine della creazione ha lanciato un urlo tale da far ritornare all’istante le acque, gli dei, che lo hanno rigenerato.
Rispecchia con tranquillità tutto ciò che viene a te, accettati nel fare da specchio a tutto ciò che ti si presenta. È l’unico modo che hai per fare da specchio a tutto ciò che ti si presenta e accogliere e includere tutto ciò che ti si presenta con coraggio, cercando di stare sempre al di là del bene e del male.