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Kintsugi: usa i tuoi sogni per guarire la tua vita

Data diretta: 27 Marzo 2023
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Buongiorno,

è da un po’ che sento il bisogno da parte degli immaginalisti di aumentare il carisma, la bellezza nel suo valore più autentico, essere belli, avere carisma, attrarre l’altro ma anche gli dei. Un aforisma di Sri Aurobindo afferma: “Se il divino non si occupa di te costringilo ad amarti!”

Piacere, attrarre è un potere, una dote che il grande Hillman chiamava “il potere di mesmerizzare”. Hillman, come Jung, era molto vicino all’alchimia, che possiamo definire una forma di Yoga Sciamanico occidentale.

Esiste un simbolo che può aumentare la capacità di mesmerizzare, ne parleremo e ve lo donerò il 30 marzo, durante l’incontro aperto a tutti e gratuito. I simboli della scienza sacra funzionano sempre!

Oggi ci occupiamo della quarta legge del Kintsugi: l’arte di riparare la nostra vita utilizzando i nostri sogni.

Come in ogni capitolo del libro, anche per questa legge parlo della mia vita e di quella di Tomoe, la grande guerriera samurai. Entrambe ci siamo frantumate molte volte e ci siamo riparate con l’oro della consapevolezza, quindi narro le nostre storie come esempi di riparazione delle ferite dell’anima con l’oro.

In ogni capitolo descrivo due pratiche: una è la meditazione della forma e l’altra è il Pita Nyasa, un rito di sovraimpressione di immagini al corpo.

Nel quarto capitolo del libro racconto di quando ho dovuto chiudere il primo centro di yoga che avevo aperto a Bergamo, perché la mia socia aveva avuto un incidente d’auto in cui il suo ragazzo era morto. Io avevo sognato tutto questo prima che accadesse. Rifletto su come i sogni ci diano la possibilità di riparare la nostra vita, perché ce la descrivono prima che accada o dopo che è accaduta e ci mostrano le vie per la guarigione.

L’organo attraverso il quale la coscienza passa per viaggiare nei diversi mondi è il pancreas. Gli organi in una visione spirituale non sono oggetti materiali, sono pure possibilità: il cuore è possibilità di amare, il cervello di conoscere, l’intestino di provare emozioni, il fegato di perdonare, i reni di purificare e così via. Il pancreas è considerato la porta tra i mondi: è attraverso il pancreas che la coscienza passa per viaggiare nei vari universi, nei vari mondi e quindi per riparare la propria vita attraverso i sogni, il Pita Nyasa della polvere d’oro comporta l’immaginarsi all’interno del pancreas, che si può vedere come un mango che sta dietro lo stomaco, immaginarsi in questo organo a spargere polvere d’oro per riparare i nostri i nostri sogni.

Con la parola “sogni” intendiamo i sogni onirici e quelli diurni, che sono le nostre grandi aspirazioni. Comunemente diciamo “Ho un grande sogno”, intendendo un grande desiderio, una grande aspirazione. I sogni sono strumenti meravigliosi di riparazione del corpo e dell’anima. Quando durante il sonno il cervello produce una frequenza prevalentemente Theta si ha un’attività di rigenerazione del corpo e anche della psiche. Oltre al sogno notturno anche il sogno diurno, inteso come volontà di aspirazione, come desiderio è uno strumento di guarigione dell’anima. Questo perché nei nostri sogni, desideri, aspirazioni, l’anima si esprime.

L’anima è, come diceva Adler, volontà di emergere, aspirazione e desiderio. L’anima è Psiche, come diceva Omero, l’anima aspira ad Amore che ha perduto.

Quindi Psiche è aspirazione, desiderio di amore, che si esprime in tantissimi modi.

Molte persone mi scrivono dicendo: “Selene. come faccio a capire se il mio sogno, la mia aspirazione è materialistica, egoica o se è un sogno dell’anima?”

L’io, che poi è la mente, non ha la capacità di sognare, di aspirare. La capacità di sognare, di aspirare è tipica dell’anima. Un desiderio, un sogno, un’aspirazione ci sembra egoica o materialistica perché cadiamo nell’inganno della coscienza, per i buddhisti “Citta Maya”. Cadiamo nell’inganno dell’oggettività delle cose e scambiamo l’oggetto per qualcosa di reale, ma l’oggetto non è reale. Ciò che è reale è unicamente il vuoto che sta intorno all’oggetto.
L’oggetto è un inganno, diciamo così, del vuoto; il vuoto si interrompe nell’oggetto per manifestarsi. Il vuoto – “Sunyata” – è il corpo degli insegnamenti del Buddha, è il divino. La vacuità è tutto ciò che esiste, è l’unica vera realtà ed è il divino, è amore perché è il simbolo stesso della capacità di darsi, di offrirsi. Il vuoto è l’amore, è il divino che non può mostrarsi a noi se non interrompendosi nell’oggetto; quindi l’oggetto rappresenta il sacrificio del Divino che si interrompe per mostrarsi a noi, ma non è reale, è un trucco, è un veicolo di pura apparizione, come si dice nel buddhismo.

Scambiando l’oggetto per qualcosa di reale cado nell’inganno dell’oggettività e sviluppo il senso del possesso, ma se, come direbbe Milarepa, cammino sempre sul fermo suolo della non oggettività delle cose non posso mai scambiare l’oggetto per qualcosa di reale e quindi non posso sviluppare quel senso di possesso e di attaccamento che porta il desiderio dell’anima a diventare egoico, materialistico.

Quindi tutti i desideri, i sogni, le aspirazioni provengono dall’anima, il problema dell’ego e della mente è che sciupano questi desideri attraverso l’inganno dell’oggettività delle cose.

Supponiamo che io aspiri ad avere una casa al mare e non mi conceda il permesso di coltivare il mio sogno perché lo ritengo materialistico. Vuol dire che sono caduta nell’inganno della mente. Sono partita da un sogno che proviene sempre dall’anima e ho sviluppato attaccamento per un oggetto da possedere, che, in realtà, è un inganno.

L’anima ha bisogno di desiderare, di aspirare. In ogni sua aspirazione l’anima manifesta il suo desiderio di amore e si esercita a risvegliare doti, talenti e capacità che le servono per raggiungere l’obiettivo finale, ritrovare Amore.

Il problema è quando cadi nell’oggettività delle cose e quindi vedi la casa al mare come un oggetto da possedere e sviluppi attaccamento.
L’anima desidera la casa al mare ma è pronta a rinunciarvi; sa benissimo che quella casa è un veicolo di pura apparizione e mai svilupperà un attaccamento. L’anima sa che ciò che conta è il percorso, la lotta per arrivare, non è l’oggetto in sé, mentre l’ego si attacca all’oggetto e se non riesce ad ottenerlo soffre.

Inoltre la mente ti rende anche difficilissimo raggiungere l’obiettivo e il più delle volte se lo persegui con la mente non lo raggiungi e quindi non solo sviluppi attaccamento, ma provi anche delusione e frustrazione.

L’ego non raggiunge l’obiettivo perché la mente calcola. Se passeggiando vedi la bellissima casa al mare che l’anima desidera, la tua mente inizia a calcolare dicendo: “Questa casa costa dieci milioni e io ho in tasca solo dieci euro, come faccio?”. La mente pensa subito che non sia possibile avere quella casa, ma non spetta a te stabilirlo, spetta all’anima, che è natura, madre, la Grande Madre. A te spetta tentare, aspirare, provare a compiere il cammino, perché in quel cammino sviluppi le doti che servono per il grande obiettivo dell’anima, ritrovare Amore.

L’anima sogna e la mente riduce il sogno dell’anima attraverso il suo calcolo, la sua analisi, il suo giudizio. Inoltre, la mente, la ratio, crea attaccamento e in questo universo vi è una legge secondo la quale l’attaccamento deve sempre essere disilluso.

C’è però anche un’altra mente, che amo chiamare “mente poetica” e che funziona in armonia con il cuore, con la fede, in un sincretismo meraviglioso con l’anima.

Quella è la mente che dobbiamo risvegliare!

Non c’è niente di particolare da fare per risvegliare la mente poetica, basta togliere i veli della ratio, della mente ordinaria, del calcolo mentale. La mente poetica è capace di dialogare con il divino nella preghiera, quando l’uomo dialoga con Dio, e nella meditazione, che è quando Dio dialoga con l’uomo. La mente poetica è il Logos.

Quindi un segreto importantissimo è quello di permettersi di desiderare, concedersi di aspirare, di desiderare alla grande! Questo significa recuperare l’anima e aiuta anche i nostri sogni onirici a diventare più potenti, ci permette di operare la guarigione delle nostre ferite fisiche ed emotive attraverso il sonno.

Se ti concedi di aspirare, di desiderare alla grande durante l’arco del giorno e della notte i tuoi sogni avranno un maggior potere di guarigione del tuo corpo, della tua psiche e della tua vita e gli dèi potenti evocati nei sogni si occuperanno di te e diventeranno potentissimi alleati.

il problema della mente, dell’Io, è che considera ogni cosa: le idee, i sogni, le immagini, come un secreto del cervello, come un prodotto di se stesso, ma i sogni, come le idee, non sono un secreto del nostro cervello, non sono un prodotto del nostro Io, come ben sapevano gli antichi. I sogni, le idee sono eidola, cioè immagini simulacro di dei. Le idee sono dèi, dee, sono spiriti e quindi se conosciamo l’arte di attrarre il favore degli dèi, conosciamo l’arte spirituale del reciproco potenziamento Umano-Divino, come viene chiamata nel buddhismo esoterico Shingon. Si tratta di un’arte meravigliosa, l’arte esoterica, mistica, magica, spirituale per eccellenza, che si può esercitare in tantissime forme. Nello Shinrin-Yoku, l’arte dell’immersione nella natura, si esercita attraverso il reciproco potenziamento Uomo-Natura.

Il reciproco potenziamento Uomo-Sogno è un aspetto importantissimo di quest’arte, descritto nel mio libro Kintsugi.

Concediti di sognare alla grande durante il giorno e vedrai che i tuoi sogni notturni, che tu li ricordi o meno, contribuiranno maggiormente alla tua guarigione e alla tua rigenerazione perché attrarrai dèi potenti.

Traslando tutto questo su un piano scientifico e psicologico, possiamo dire che la fase del sonno in cui si manifestano i sogni diventa più efficace e potente e in questa fase ripariamo con l’oro le nostre ferite, ma questa attività di rigenerazione avviene anche nello stato Delta – lo stadio del sonno profondo in cui non c’è nessuna attività onirica – e nello stato Alpha, quando non siamo nemmeno del tutto addormentati ma solo profondamente rilassati. Lo stato Alpha è lo stato di transito, quando passiamo dalla veglia al sonno viene chiamato stato ipnagogico e quando passiamo dal sonno alla veglia viene chiamato stato ipnopompico. La rigenerazione avviene anche nello stato Gamma, lo stato del piacere. Le onde Gamma sono state scoperte di recente perché non era possibile misurarle con gli strumenti analogici. L’avvento degli strumenti digitali ne ha reso possibile la misurazione.

Le onde Alpha sono le onde del rilassamento profondo, della meditazione e dei momenti altamente creativi. Lo stato Theta è presente durante il sonno quando sogniamo e lo stato Delta è quello del sonno profondo privo di sogni.

In ognuno di questi stati c’è un’attività di rigenerazione, di riparazione delle ferite con l’oro, siano esse le ferite del corpo, della psiche e della vita, come, ad esempio, fallimenti, matrimoni sbagliati e tutte le cose che non funzionano bene nella nostra quotidianità. Noi siamo in grado di ripararle attraverso i sogni nello stato Theta, nello stato Delta del sonno profondo, negli stati Alpha della meditazione, negli stati Gamma del piacere.

Attraversare tutti questi stati della coscienza con grande consapevolezza e attenzione è molto utile e importante per gli umani dalla polvere d’oro, come li chiamo io, cioè coloro che praticano il Kintsugi.

Lo stato Beta è lo stato ordinario, quello prevalente durante la nostra giornata, quando agiamo, parliamo, lavoriamo.

Quando fai il tipico riposino pomeridiano di 20-25 minuti passi attraverso tutti questi stati, ecco perché lo consiglio sempre. I giapponesi lo chiamano Inemuri. La parola Inemuri è formata da “i”, che può essere reso con “essere presente”, e “nemuri”, “dormire”. Si tratta del sonno vigile, dell’abilità di appisolarsi rimanendo tra il sonno e la veglia, in una condizione nella quale si rilasciano le tensioni, ci si rigenera senza entrare nel sonno profondo.

Consiglio magari di ridurre le ore di sonno notturno, di svegliarsi presto al mattino e di fare il riposino pomeridiano, perché innanzitutto ti permette di attraversare la grande soglia tra la veglia e il sonno e il sonno e la veglia più volte: quattro volte nell’arco delle ventiquattro ore anziché solo due. Attraversare la grande soglia è importante perché ogni volta che lo fai bruci Karma; questa attività di addormentarsi e svegliarsi e riaddormentarsi non è mai negativa.
Ci sono persone che si lamentano perché si svegliano più volte durante la notte, ma, a meno che questo non causi perdita di energia e stanchezza durante il giorno, non è negativo, anzi! Accade molto più spesso quando si è in là con gli anni perché ci si prepara al transito finale, imparando a entrare e uscire dal sonno, che in fondo è una piccola morte.

Vi lascio con l’augurio che possiate praticare durante la settimana la meditazione della forma e il Pita Nyasa che riguarda il quarto capitolo, cioè spargere polvere d’oro nei sogni, utilizzare i sogni per riparare le nostre ferite.

Permettervi di ricordare i vostri sogni e le vostre aspirazioni più grandi; liberateli dalle limitazioni che la mente opera e concedetevi il permesso di aspirare, di desiderare alla grande, di coltivare i vostri sogni senza chiedervi se è possibile o non è possibile realizzare un certo sogno.
Lasciatelo decidere alla Madre: voi avete diritto all’azione, non ai frutti dell’azione, che appartengono al supremo, ma l’azione la dovete compiere!

Fate il riposino di 20 minuti questa settimana tutti i giorni, cercando di entrare nel sonno con la massima presenza mentale possibile, utilizzando il logos, quella parte della mente che è capace di dialogare con l’invisibile.
Prima di addormentarci rivolgiamoci al nostro maestro con queste parole: “Maestro, ti prego, sto per entrare nello stato di sonno, aiutami a mantenere presenza, consapevolezza, attenzione; aiutami a non dimenticare!”

Vedrete che il vostro spirito guida, il vostro maestro interiore vi aiuterà a fare del vostro sonno un grande momento di riparazione delle vostre ferite con l’oro dalla consapevolezza.

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