Amo ergo sum

Il ritmo dell’ansia

Data diretta: 12 Settembre 2023
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Nella diretta precedente, ho annunciato che avrei fatto un ciclo di incontri dedicati all’ansia perché mi sono accorta che tanti immaginalisti sono meravigliosamente e straordinariamente ansiosi. Ma, ahimè, filtrando la loro coscienza attraverso le categorie diagnostiche e i valori comuni, considerano questa loro condizione d’essere come un male, qualcosa da correggere, addirittura una malattia da guarire.

E invece non lo è affatto, è una caratteristica che ereditiamo ed è un tratto della nostra natura, un po’ come il colore degli occhi, come la forma del naso o l’altezza. Non possiamo considerarla, quindi, un male o, addirittura, una malattia.

Dire che qualcosa è ereditario, in termini Buddhisti spirituali, significa dire che è karmico perché effettivamente i nostri genitori, i nostri antenati sono immagini che vengono plasmate dai nostri venti del karma. Quel padre lì, quella madre lì, quella nonna lì che ci hanno trasmesso l’ansia sono proprio il padre, la madre e la nonna perfetta per noi. Quella figura di cui abbiamo bisogno per intraprendere le sfide della vita che ci porteranno a manifestare le paure e gli attaccamenti che dobbiamo riconoscere, sciogliere e superare per progredire, in questo modo, lungo il sentiero che ci conduce alla liberazione finale.

Dobbiamo imparare ad amare e apprezzare il nostro karma, come quel vento o quella forza che sfida il nostro Ego, i nostri attaccamenti e le nostre paure per portarci in un cammino evolutivo. Dobbiamo imparare ad apprezzare, quindi, anche tutti quei tratti della nostra natura che il giudizio comune e la nostra mente (che poi è un cumulo di giudizi comuni) considerano ‘male’ o ‘malattia’: dobbiamo imparare a liberarci dal giudizio e apprezzare la nostra natura.

Un ritmo

Se guardiamo attentamente, notiamo come l’essere ansioso sia un fatto di ritmo, di vibrazione. Ciascuno di noi rappresenta una musica, una melodia, un ritmo, una vibrazione unica. La natura è straordinaria perché non fa mai qualcosa di ripetitivo, non ripete mai se stessa e le diversità di forma sono diversità di ritmo, di vibrazione: il suono, infatti, è forma. Se  mettete della sabbia su di una membrana e fate sì che questa membrana venga attraversata da un suono,  vi rendete conto che la sabbia sopra la membrana inizia a muoversi a ritmo della vibrazione del suono che attraversa la membrana;  muovendosi, questa sabbia disegna delle forme geometriche e, a seconda della vibrazione del suono che pervade la membrana, la sabbia si muoverà disegnando forme geometriche diverse. Il suono, la vibrazione, è forma e la forma è vibrazione.  Ognuno di noi è un suono, ha una vibrazione, rappresenta un ritmo e questo ritmo è anche forma. Anche ogni chakra corrisponde a un suono e i suoni principali dei sette chakra sono mantra che corrispondono a uno yantra, cioè a una forma (Lam è il quadrato, Vam è il triangolo e così via).

Ognuno di questi suoni corrisponde a una forma geometrica. Essere più o meno ansiosi è una questione di ritmo, è una questione di vibrazione e non esiste un singolo ritmo in natura uguale a un altro. Per questo ciascuno di noi sarà più o meno ansioso in modi diversi, in un modo unico.

La natura produce tutti questi ritmi, tutte queste vibrazioni e, quindi, tutte queste forme così diverse e così uniche, per una questione evolutiva. La natura è una grande spinta evolutiva e l’evoluzione naturale è un grande movimento che procede verso gradi di libertà sempre più elevati. In natura la vibrazione che in termini evolutivi è vincente è semplicemente quella che viene colta dalla coscienza; il punto, allora, non è che tu sia più o meno ansioso. Ciò che fa la differenza è quanto tu sia capace di accogliere la tua vibrazione, il tuo ritmo. In altre parole conta solo quanto tu sia più o meno capace di sentire la tua ansia, di sentire questa vibrazione dentro di te e nella tua vita, di accoglierla e di accettare e includere fino in fondo ciò che tu sei, la tua natura, senza cadere nel baratro delle categorie diagnostiche del giudizio mentale. Non dimentichiamo che il giudizio mentale punta all’omologazione perché la mente non ha lo stesso scopo evolutivo della natura ma ha lo scopo del controllo. La natura è una grande spinta evolutiva che muove verso gradi di libertà sempre più elevati che poi sono gradi di amore sempre più elevati perché l’amore è l’altra faccia della libertà: amore è libera scelta di darsi, di offrirsi, per cui amore e libertà sono due facce della stessa realtà e la natura è una grande spinta evolutiva che muove verso gradi di amore di libertà sempre più elevati.

La mente, invece, ha come obiettivo il controllo e il potere e, quindi, filtra la natura attraverso le categorie diagnostiche e attraverso un giudizio mentale perché ci vuole tutti omologati e normalizzati: in questa prospettiva essere sano vuol dire essere normale.

Ascolta il tuo ritmo

Se tu hai il coraggio e la forza di ascoltare il tuo ritmo, libero da tutte le categorie diagnostiche del giudizio mentale e, semplicemente, ascolti il tuo ritmo e lo ascolti senza giudizio mentale e dici “Ecco ciò che io sono” e ti accogli e ti ami per ciò che sei, ecco che per la natura diventi  lo strumento evolutivo vincente: cioè tu sei lo strumento evolutivo vincente per la natura perché ti accogli.

Il tuo problema, allora, non è essere più o meno ansioso. Il tuo problema è che non riesci in misura più o meno maggiore ad accogliere ciò che sei, la tua natura, perché sei condizionato da tutta una scala di valori, di categorie di bene/male, di giusto/sbagliato, di salute/malattia, che hanno come finalità l’omologazione, la normalizzazione, il controllo, il potere. Se tu non hai la forza di liberarti  da queste categorie ti sentirai sempre malato, ti sentirai sempre difettoso, vivrai, passerai la tua vita nella sensazione che nella tua natura (che poi è la tua stessa anima) e in tutte le sue immagini (che poi sono il mondo che abiti) c’è sempre qualcosa di sbagliato, qualcosa di malato, qualcosa che non va, qualcosa  da cambiare, da migliorare. E passerai tutta la tua vita in terapia.

Tutto è ritmo, suono, vibrazione.

Questo suono, questa vibrazione è forma. Ognuno di noi rappresenta una vibrazione diversa, unica e irripetibile. La natura genera tutti questi ritmi così diversi perché ognuno di essi è un espediente evolutivo. Quello vincente, quello che evolve, non è quello migliore o quello peggiore perché non esiste qualcosa come un ritmo, e quindi un individuo, migliore o peggiore. Non esiste qualcosa come un fiore o un albero migliore o peggiore. Non esiste un essere migliore o peggiore. Non esiste un ritmo, un’armonia, una vibrazione, migliore o peggiore:  la natura evolve attraverso quel ritmo, quella vibrazione che è quell’essere che si accoglie e che riesce a essere consapevole del proprio ritmo e ad accoglierlo, a viverlo, a includerlo, ad accettarlo (come dicono i giapponesi uketamò,  ti accetto, ti accolgo, ti includo).

La meditazione

Ti suggerisco una meditazione che è quella di stare immobile in una postura meditativa (può essere a gambe incrociate, la postura classica, o può essere la posizione del faraone, seduto sulla sedia con i piedi a terra; l’importante è che sia una postura che esprima nobiltà e dignità). Tieni la schiena ben diritta perché questo solo fatto di tenere ben dritta la schiena esprime una sensazione di nobiltà e di dignità e ascolta la tua vibrazione. Vedrai che, non appena esprimi il desiderio di ascoltare la tua vibrazione, passeranno davanti a te tante impressioni di tutti i momenti della tua vita in cui la tua vibrazione si è espressa, quei momenti che la tua mente ha giudicato:  lì sei stato troppo ansioso… lì addirittura hai avuto paura, sei entrato in uno stato di panico… ( panico è quando la vibrazione dell’ansia diventa fortissima ma anche il panico bisogna saperlo accogliere e non filtrarlo attraverso le categorie diagnostiche perché lì la vibrazione diventa così forte da manifestare la presenza di un Dio – che poi è per i greci era il grande Dio Pan). Passeranno dinanzi a te tutte queste impressioni che riguardano la tua vibrazione, il tuo ritmo e, se nella tua vita, nella tua giornata e nella tua quotidianità, ti sei giudicato “Oddio come sono ansioso! Oddio ho addirittura le palpitazioni! Oddio adesso entro nel panico”. Se ti sei filtrato attraverso  queste categorie diagnostiche e giudicato in tutti i modi, adesso nella meditazione, anche solo per un minuto, devi avere la forza di stare in silenzio, di osservare tutte queste impressioni, questi ricordi di te, devi essere cosciente della tua vibrazione, del ritmo che rappresenti e devi semplicemente accogliere “Ecco ciò che io sono. Ecco ciò che io sono. Ecco ciò che io sono”. Al di là di ogni giudizio. Non definire, non analizzare, non elaborare, non giudicare. Semplicemente “Ecco ciò che io sono. Ecco ciò che io sono.” Ascolta il tuo ritmo. Ascolta il tuo ritmo. Il ritmo della vibrazione del suono che tu rappresenti è unico e irripetibile. Ascoltalo.

Ecco dovresti esercitarti così almeno per un minuto al giorno, con la meditazione che io chiamo Omi, One Minute immersion.

Per questa settimana tutti i giorni vi chiedo di fare questo Omi, questo One Minute immersion. Si produrrà un cambiamento straordinario dentro di voi.

Picture of Morgan K Barraco

Morgan K Barraco