Lo spirito sussurra attraverso simboli e la sua essenza si manifesta con un linguaggio atemporale e suggestivo. Nei frammenti e negli episodi della nostra esistenza – un tramonto mozzafiato, la nascita di un sentimento, ma anche una ferita interiore, un tradimento inatteso, o il movimento fugace di un volatile – possiamo percepire la sua eco misteriosa.
Nelle credenze antiche lo spirito è un amante trascendente, un compagno invisibile che abita le dimensioni sotterranee e celestiali, assumendo fattezze mutevoli che risuonano con l’immaginario più profondo di colui che lo incontra. Nel panorama religioso cristiano, questo spirito si trasforma nell’angelo protettore.
L’ostacolo principale nell’entrare in connessione con questo spirito risiede nell’ingombro della logica razionale, che riduce l’esperienza al mero controllo intellettuale, limitando la percezione della sua magia intrinseca. I nostri sensi sono filtri della mente, non strumenti di pura ricezione.
Per accogliere veramente questo spirito, occorre arrendersi, non già attraverso l’analisi fredda, ma spalancando la coscienza verso ciò che trascende la comprensione ordinaria.
Nei miei anni giovanili, dedicavo lunghe ore alla pratica meditativa con un’energia vitale straordinaria. Lo spirito mi si è manifestato in forma quasi tangibile. In un ambiente montano carico di energie primordiali, dopo intense sessioni spirituali, durante il sonno ho vissuto un’esperienza estatica.
Per tutta la notte sono rimasta avvolta dall’abbraccio di un’entità invisibile. Al risveglio, sul mio braccio sinistro è apparso un simbolo verdeggiante. Tentando di pulirlo, il fazzoletto è rimasto immacolato, mentre il segno spariva misteriosamente. Simili episodi si sono ripetuti più volte in quel periodo.
Lo spirito è il nostro doppio onirico, e quando l’energia interiore raggiunge livelli elevati in ambienti carichi di vibrazione, esso emerge e interagisce con la dimensione fisica.
Ti parlo di tutto questo, del Daimon e della necessità di realizzare la missione che abbiamo scelto prima di nascere nel nuovo articolo che ho pubblicato per iODonna, all’interno della mia rubrica Agorà.