Amo ergo sum

Seminario Intensivo sullo Shinrin-Yoku, l’Immersione nei Boschi

 370,00

Genere: seminario intensivo

Durata: sei videocorsi da 3 ore circa cadauno

Shinrin-Yoku, l’immersione nella foresta. La natura ci rende più sani, più felici e più creativi

Disponibilità: 500 disponibili

Cosa imparerai

Farai unesperienza che guarirà le tue paure e ti permetterà di raggiungere un livello di salute e di benessere straordinario.

Cosa otterrai

Divenire un insegnante certificato di Shinrin-Yoku per aiutare nella grande missione della divulgazione di questo metodo meraviglioso.

Consulta la pagina della scuola per “Forest Therapy Guide“ per il percorso di formazione completo.

Cos’è lo Shinrin-Yoku

Il termine Shinrin-Yoku trova le sue radici nel 1982, quando viene coniato dall’allora direttore dell’ente forestale giapponese. La natura diventa così guida e maestra per accompagnare l’essere umano verso la felicità. L’uomo, grazie alla sua connessione con la natura, può allontanarsi così dalle condizioni e manipolazioni esterne. Scopri i benefici dello Shinrin Yoku.

L’estetica giapponese e il Buddhismo Zen

Per il Buddhismo la natura è impermanente ed evanescente, non è sostanziale né oggettiva. Il divenire è illusorietà. Il mondo quale noi lo vediamo altro non è che miraggio, illusione (maya) o inganno della coscienza (chitta maya). Persino nascere e morire sono illusioni.

Il Buddhismo propone all’uomo un cammino fondato sulla meditazione, la contemplazione e l’ascesi, che conduce al Nirvana, alla fine delle illusioni e alla piena libertà da esse (la parola “nirvana”   significa letteralmente “estinzione” e fa riferimento allo svanire di tutte le apparizioni illusorie, giacché l’uomo liberato non ha più bisogno di proiettare se stesso nel divenire e può esistere nella libertà del nirvana).

L’osservazione empirica della natura porta spontaneamente a queste conclusioni.

La caratteristica di impermanenza  è evidente in natura: tutte le immagini in natura sono incessantemente cangianti e non possono essere afferrate.

Tutto è immagine e tutte le immagini svaniscono prima che le si possa afferrare.

Il filosofo greco Eraclito per definire  questa condizione ha fatto ricorso alla seguente metafora:

Non si può  discendere due volte nel medesimo fiume e non si può toccare due volte  una sostanza mortale nel medesimo stato, ma a causa dell’impetuosità e  della velocità del mutamento essa si disperde e si raccoglie, viene e  va”. (Eraclito, “Frammenti”, Diels-Kranz 22 B 919).

Poiché in natura nulla viene sprecato, ma tutto ciò che svanisce diviene qualche altra cosa, concludiamo che tutto in  natura si dà a qualche altra cosa. La natura è la manifestazione della  capacità di darsi, la manifestazione dell’amore. La bellezza in natura è la forma sotto cui l’amore si rende visibile. Ecco che la contemplazione della natura svela i segreti della bellezza e dell’amore.

Inoltre nel Buddhismo non esiste il concetto di tempo lineare: il tempo è circolare. In natura, infatti,  le stagioni si susseguono ciclicamente senza mai un inizio e una fine precisa. Il mito della creazione non riguarda il Buddhismo. Nel Buddhismo tu, io, ogni aspetto della natura è eternamente non nato, mai creato, mai reale, mai irreale. Semplicemente appare, svanisce e riappare, mai uguale a se  stesso, eppure dotato di un ricordo di sé, una memoria che è consapevolezza.

Il divenire, la ruota del samsara, il ciclo delle nascite, vite, morti e rinascite è una grande immagine che si manifesta per consentire alla consapevolezza di incontrare l’amore e il sacro, che è  l’esperienza del darsi. Darsi è la chiave del nirvana, della liberazione finale.

Si oppongono al darsi gli attaccamenti e le paure umane.

Il pensiero immaginale e il pensiero del cuore

Dobbiamo cambiare la visione per essere capaci di  produrre nuovi paradigmi di economia basati sulla collaborazione con la  natura, anziché sul suo sfruttamento. Dobbiamo ricominciare dal bosco,  dalla contemplazione del bosco per essere ispirati.

In Occidente, partendo da pensatori come Henry Corbin, James Hillman, C. G. Jung, ha preso il via la filosofia e la psicologia immaginale che oggi rappresenta un ponte tra Oriente e Occidente, suggerendo a chi ha una tradizione occidentale, la visione  dell’impermanenza e dell’illusorietà del divenire.

Per Henry Corbin viviamo in un mundus imaginalis o mundus archtypus, dove  ogni apparizione è simbolo del nostro cammino verso il risveglio e  la  libertà.

Questa visione è, al di là di Oriente e Occidente, profondamente presente nel nostro Dna, rispecchia il sentire dei popoli  animisti e il nostro passato ancestrale. Il senso del materialismo e  dell’oggettività delle cose si è formato in tempi recenti nell’uomo,  con  lo svilupparsi della civiltà attuale, che, come disse il poeta  Ungaretti, “è un atto di prepotenza nei confronti della natura”, “un  atto contro natura” (da “Comizi d’amore”, Pasolini intervista  Ungaretti, pubblicata su YouTube, https://youtu.be/ypFcFh98vME)

La credenza nell’oggettività è espressione di una volontà di controllo e di potere da parte dell’uomo sulla natura. Ciò che è oggettivo e sostanziale, è anche misurabile, prevedibile, governabile.  Ciò che incessantemente appare e svanisce non è afferrabile, richiede la capacità di percepire l’invisibile, di attraversare la Grande Soglia   consapevolmente e di fare ritorno. L’oggettivismo è divenuto imperante nella nostra cultura dopo la rivoluzione scientifica.

La parola scienza  deriva dal latino “scientia” che   significa “conoscenza”. Prima della rivoluzione scientifica, scienza e  filosofia sono sempre state unite in un medesimo percorso di sapere. Nell’antica Grecia il termine corrispondente alla parola scienza era episteme, che indicava un sapere al di là del dubbio e a questo sapere era conferito un valore sacro che consentiva di arrivare alla saggezza. Con l’illuminismo e il positivismo, la scienza ha perso il carattere sacro, passando a indicare tutte quelle discipline che portano all’enunciazione di concetti o principi che sono verificabili a mezzo di procedimenti o esperimenti empirici. La  scienza non può prescindere dal sentimento del sacro e comporta una  conoscenza  più ampia rispetto alla mera conoscenza tecnica e una  visione più grande  di quella a cui si può arrivare con la mente critica  comune: una visone  sovramentale, un pensiero del cuore.

In tempi più recenti la rivoluzione industriale ha reso necessario l’oggettivismo e il materialismo. La sola ricerca che riceve finanziamenti è la ricerca che si basa sui dati oggettivi perché porta alla capacità di sfornare teorie e prodotti che sono ripetibili su scala industriale e quindi sono funzionali al mercato, sono commercializzabili.

Chi, seguendo l’esempio dei mistici, ha un atteggiamento spirituale e vuole camminare, per dirla con Milarepa, “sul fermo suolo della non-oggettività delle cose,  (“La vita di Milarepa”, ed Adelphi) è relegato ai margini del sistema, non è utile allo sviluppo dell’economia.

Il fatto è che l’economia che si fonda sulla conoscenza tecnica e sul dato oggettivo è arrivata a un punto di crisi che lascia intravvedere scenari disastrosi.

AVVERTENZA

Le sedute, i corsi, i seminari, i ritiri e le conferenze offerte dagli operatori dell’Associazione di Nonterapia e nell’ambito dei percorsi di Imaginal Academy sono volte allo scopo della ricerca interiore, del problem solving e della crescita personale, non si sostituiscono al lavoro di medici e psicoterapeuti poiché non considerano, non trattano e non si pongono come obiettivo la risoluzione di patologie e sintomi di stretta pertinenza medico/sanitaria.