È una giornata meravigliosa, le mie splendide rose rosse sono in fiore e mi chiedo cosa non sia magia in questo mondo.Tutto è incanto, ma questo incanto può essere di duplice natura: sociale o naturale, può venire dalla mente o dall’anima. Il primo è molto pericoloso, genera dolore e sofferenza, il secondo dona libertà , visione e pura gioia.Chi è assoggettato al primo rischia di trascorrere il proprio tempo nel ruolo di vittima, chi è nella meraviglia del secondo è il mago. In mezzo ai due vi è l’apprendista.Chi è nel ruolo della vittima ha generalmente una mentalità materialistica e ha l’impressione che essere ricco, vivere nell’abbondanza dipenda da qualcosa che lui può fare, dal proprio sforzo personale. Magari, attraverso lo sforzo, conquista anche una buona posizione sociale, ma non è mai felice perché le ricchezze non basta conquistarle, bisogna anche mantenersele, e questo per chi è nel ruolo di vittima è sempre un grande sforzo continuo. La vittima, il materialista vive costantemente in una condizione di necessità , di sforzo e di pericolo, deve sempre capire qualcosa che non sa, sempre imparare una nuova strategia, sempre essere vigile e armato.  Egli è vittima innanzitutto delle teorie, innumerevoli teorie che lo rendono vittima prima ancora di avere la possibilità di metterle in pratica. La vittima vive costantemente in un territorio nemico. Il mondo è negli occhi di chi lo guarda. La vittima vive in un mondo ostile. Non importa quanto sia furbo, capace, fortunato, ricco o famoso, vive sempre nel pericolo, nel bisogno, nell’ansia.
Il mago si occupa unicamente della ricerca della verità . Il denaro e tutto ciò di cui ha bisogno, gli arriva con una copiosità e una semplicità meravigliosa. Non ha mai paura di perdere qualcosa, perciò non deve impegnare energie per difendere o trattenere, lascia fluire e più lascia fluire e più tutto gli arriva. Il mago vive in una ricchezza e in una quiete impeccabile.
La storia del Nat 24 ci mette di fronte alla grande scelta dell’apprendista.
L’apprendista sta a metà tra la vittima e il mago. La storia del Nat 24 ci parla di un mago che ha fatto una magia a metà . Si dice, infatti, che, per sfuggire ai sodati del re che volevano catturarlo, egli avesse sparso della polvere magica intorno alla statua di un elefante, trasformandola in un animale vero sul dorso del quale pensava di poter fuggire. Purtroppo l’elefante rimase attaccato al suo basamento di pietra.
La magia è una dote istintuale che possiamo recuperare riavvicinandoci alla natura.
Non fare le magie a metà significa non avere paura, imparare ad ascoltare il proprio istinto e fidarsi di esso.