Amo ergo sum

IL MANIFESTO DELLA DEPATRIARCALIZZAZIONE

L’economia dello sfruttamento che ha portato alla compromissione dell’ecosistema e della salute umana ha nella perdita del senso della sacralità della natura e del nostro corpo il principale motore di sviluppo.

È necessario cambiare la visione del mondo e della vita. Per fare questo è indispensabile un nuovo metodo di pensiero, che chiamiamo “pensiero immaginale” e una nuova mente, che definiamo “mente poetica”.

Mentre la mente patricentrica è squilibratamente razionale, la mente poetica è una mente ampliata che include anche poteri quali l’amore e la fede, che appartengono alla sfera dell’anima, del femmineo, è una mente olografica, capace di vedere il tutto nell’uno e l’uno nella molteplicità e in grado di comprendere che i fenomeni non sono l’effetto meccanicistico di cause, bensì sono animati dal loro fine, il quale è già contenuto nelle cause. Una mente che si fa forte dell’emozione, anziché esserle nemica è una mente capace di includere il femminile e di essere razionale e logica ad un livello superiore.

Nel modello patricentrico è propagandata ad oltranza la terapia desacralizzata, che finisce per essere vista come l’unico modo di affrontare disagi, disturbi e problemi.

La terapia desacralizzata è una esperienza anestetica nella quale si tenta di reprimere in modo violento la dimensione dell’ombra, del femminile, che fa paura. È faticoso ed estremamente osteggiato, in questa mentalità, proporre la visione della malattia come chiamata a un viaggio ctonio, capace di ristabilire l’equilibrio tra gli opposti.

L’alternativa all’esperienza anestetica è l’esperienza estetica, proposta dai grandi cammini spirituali, esoterici e dall’arte. La bellezza come manifestazione del sacro e dell’amore che pervade la natura è la dimensione femminile, che la cultura patricentrica ha combattuto estenuantemente.

Abbiamo imparato che non può esiste alcuna reale vittoria per l’uomo che non sia simultaneamente una vittoria di tutta quanta la natura.

La via estetica è la via del sacro e dell’equilibrio maschile-femminile, ragione-fede.

La terapia desacralizzata si pone il problema della normalità in quanto è al servizio del bisogno di controllo esercitato dalla cultura patricentrica e dalla gerarchia di potere.

La via estetica si pone il tema della felicità ed è al servizio della piena realizzazione di ogni singolo individuo e del trionfo della natura.
Una depatriarcalizzazione della cultura è necessaria per dare a ogni individuo la possibilità di trasformare emozioni quali tristezza, ansia, angoscia, depressione -che oggi sono dilaganti- in forze e possibilità di crescita.

Una depatriarcalizzazione è indispensabile per eradicare i sentimenti d’odio presenti nella cultura attuale, quali razzismo e omofobia. La morale patricentrica, infatti, è fondata sulla discriminazione.

L’esperienza estetica ha un potere assai più vasto della dimensione morale; è la forza dell’inclusione.

Mentre il maschile è verticale, il femminile è orizzontale. La perdita dell’equilibrio tra queste due dimensioni ha portato a squilibri e ingiustizie sociali di proporzioni insostenibili: nella nostra società pochissimi hanno moltissimo e moltissimi non hanno nemmeno il necessario per sopravvivere.

La via estetica è il cammino della spiritualità, libera dalla gerarchia del controllo e del potere.

Depatriarcalizzare è compiere il grande transito da una visione moralistica -che è utilitaristica, finalizzata al potere- a una visione estetica -che è una visione naturale, finalizzata alla libertà.

La destabilizzazione dell’ecosistema e la perdita della biodiversità sono insostenibili.

Dobbiamo ristabilire l’equilibrio adesso! Il momento è adesso!

Tutti siamo chiamati a dare un contributo.

Le istituzioni e le politiche che sostengono il patricentrismo non rappresentano l’uomo.

Abbiamo bisogno di una nuova simbolica politica. Abbiamo urgente necessità di simboli, di leader che abbiano una vera conoscenza, non una conoscenza tecnico-scientifica o strategica, ma una vera conoscenza di come le cose vengano in essere, di come si mantengano e di come si dissolvano. Abbiamo dimenticato la poiesi, la creazione dell’anima!

Dobbiamo ricordare che la psiche, l’universo, il nostro corpo … tutto ha una natura poetica, non razionale.

La credenza secondo la quale l’oggettività delle cose non è ritenuta una superstizione, mentre credere nell’invisibile è ritenuto superstizione, è essa stessa la prima di tutte le superstizioni.

Il mondo è un atto di fede, ciascuno trova negli eventi ciò in cui crede, ciò che cerca.

Chi crede nell’oggettività vive nel mondo del controllo.
Chi ha fede nell’invisibile vive in un mondo mitico. La fede ha inizio quando finiscono tutte le credenze.

Al di là del pensiero razionale e del pensiero mitico vi è l’immaginalista, il quale vive in un mondo poietico, egli è un artista e uno sciamano, un mistico, un vero ecologista ed è il vero scienziato, non colui che vuole dominare la natura, ma colui che la vuole servire. Il suo pensiero è poetico, un pensiero del cuore.

Una vera scienza non può prescindere dal sentimento del sacro, dalla capacità di chiedere il permesso alla natura prima di spaccare l’atomo o prima di procedere, armata di bisturi e forbici, contro gli organi.

Abbiamo dimenticato che la materia è pura possibilità e che ciascuno di noi trova nei fenomeni esattamente ciò che cerca.

L’abbiamo dimenticato dal giorno in cui abbiamo incominciato a frequentare i banchi di scuola.

Dobbiamo riportate il sacro nelle scuole o, meglio, riportare la scuola nei boschi. La natura non è solo vita, essa è anche maestra, guida e amante.
Siamo qui per servire la natura e non per servici di essa!
Dobbiamo compiere una rivoluzione della coscienza.
Questo non è il tempo dei farmaci rassicuranti e dei sonniferi, ma di una primavera della consapevolezza.

La prima pratica della rivoluzione della coscienza consiste nel sorridere a ogni singola goccia d’acqua che si incontra per trasmetterle serenità e rassicurarla. Se riesci a farlo e non ti imbarazzi, vuol dire che stai incominciando a guarire dalla “normalità”.

La scienza moderna ha incominciato a muoversi nella direzione del rendere servizio alla natura, cercando di scrollarsi di dosso quella prospettiva antropocentrica che ha spinto la specie umana, attraverso la tecnica, a depredare le risorse del pianeta. Ogni singolo individuo, scienziato e non, può aiutare questo processo, divenuto di importanza vitale, portandolo ad una accelerazione: la questione ecologica è una lotta contro il tempo.

Ciascuno di noi, in quanto essere umano, è chiamato a compiere un atto d’amore nei confronti della propria anima e dell’anima del mondo, verso la natura, verso i propri avi e i propri figli. Si tratta della rivoluzione degli esseri umani nei confronti della loro stessa civiltà, la civiltà del profitto, dell’inganno, della prepotenza e della violenza sulla natura.

Si tratta della rivoluzione del femminile, dell’anima, della luna; sarà silenziosa, notturna, avverrà attraverso i sogni, cambierà i valori dalle radici, scenderà sottoterra e trasformerà la cultura dalle radici. Avverrà in pochi anni e tutti la vivremo, chi da protagonisti, chi da testimoni. Non sarà voluta dalla mente umana, ma dall’anima del mondo, perciò sarà pacifica. Sarà così profonda che cambierà persino il colore del cielo. Forza, continuamo a scriverla, perché da adesso in poi le parole acquistano un nuovo significato!

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