In altre parole, uno sciamano non agisce mai in prima persona, ma chiede agli avi, agli eventi (“enti”, “entità”, “spiriti”), all’anima del mondo e agli dei (“eidola” = simulacri, immagini, ma anche “idee”) o, in un solo termine, al divino di agire per lui.
L’individuo che opera a mezzo del proprio Io rompe l’equilibrio universale, poiché compie azioni che puntano a realizzare obiettivi creati da miti sociali, non da miti naturali. I miti sociali, continuamente diffusi nel mondo in modo particolare dalla pubblicità, sono molto pericolosi giacché creano sofferenza.
Uno sciamano si concentra su ciò che deve dare, sul rituale del mistico sacrificio, su ciò che può offrire al divino, in cambio chiede agli spiriti di realizzare l’obiettivo per lui.
Questo agire in modo sacro, o sacrum facere, assicura allo sciamano di non essere mai vittima dei miti sociali, ma di operare in conformità con i miti naturali e con l’ordine universale. Infatti gli spiriti possono anche modificare in misura più o meno rilevante l’obiettivo dello sciamano per adeguarlo il più possibile alla volontà cosmica.
Attraverso questa sorta di azione-non azione, lo sciamano non accumula karma e manifesta gioia.
Il Nat numero 2 è l’Arcano della potenza di lavoro e del compimento dell’opera. Realizzare un obiettivo difficile, arrivare fino in fondo, portare a termine il compito è possibile a mezzo di un’alleanza con l’anima del mondo che si produce attraverso la fede negli eventi, nel divenire e mediante l’amore per ciò che si fa.
Quando veramente ami quello che stai facendo, l’anima del mondo è con te e non puoi fallire.
Se vuoi saperne di più su come raggiungere i tuoi obiettivi facendo ciò che ami leggi il libro Mantra Madre.