Dicono che qui, nelle montagne dell’Himalaya, vi sia il mitico regno di Shamballa, la terra degli illuminati, e dicono che esista veramente e che per accedervi si debba trovare un passaggio che é simultaneamente dentro e fuori di noi, nel nostro corpo e tra questi monti, i più alti del mondo.
Forse la chiave per trovare Shamballa è nei testi che parlano del Tibet mistico, è nei canti dei poeti, degli eremiti, degli yogin tantrici che vissero e meditarono in questi luoghi: Guru Rimpoche e la sua sposa Yeche Tsogyel, la Danzatrice del Cielo, la poetessa Ma gcig Labrong, il magico Naropa e il suo mitico maestro Tilopa, e i loro diretti discepoli Marpa e il poeta eremita Milarepa.
Nello Yoga tantrico, lo yoga esoterico che ha impregnato di sé questi luoghi, poesia e misticismo sono le vie verso l’uomo. Non esiste il concetto di inconscio, ma l’inconscio è rappresentato dalle terre inesplorate, dai luoghi remoti. Macrocosmo e microcosmo, dentro e fuori coincidono e tutte le cose, sia le forme del corpo umano che i monti, gli organi e i torrenti, sono il frutto del potere visionario della coscienza umana. Qui, dove l’inconscio dell’uomo è la terra stessa, la mistica Ma gcig esprime questo invito:
Si vada errando senza sosta,tra lande desolate e luoghi di ritiro.
Si stia come lo spazio, privo di dubbi e paure.
Senza dubbi e paure nell’immensità.