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Dialoghi sulla magia

21 Novembre 2022 @ 21:00 - 22:00

Vedere l’invisibile, il linguaggio della magia: incontro online con Selene Calloni Williams.

Per iniziare dovremmo chiederci cosa non sia magia in questo mondo.

Tutto è incanto, ma questo incanto può essere di duplice natura: sociale o naturale, può venire dalla mente o dall’anima.

Il primo è molto pericoloso, genera dolore e sofferenza, il secondo dona libertà, visione e pura gioia.Chi è assoggettato al primo rischia di trascorrere il proprio tempo nel ruolo di vittima, chi è nella meraviglia del secondo è il mago. In mezzo ai due vi è l’apprendista.

Dettagli orari e prenotazione

Orari: 21 novembre alle ore 21

Conducono Simona Barberi e Gian Paolo Del Bianco

Informazioni: eventi@centromosaica.it

La vittima e il mago

Chi è nel ruolo della vittima ha generalmente una mentalità materialistica e ha l’impressione che essere ricco, vivere nell’abbondanza dipenda da qualcosa che lui può fare, dal proprio sforzo personale. Magari, attraverso lo sforzo, conquista anche una buona posizione sociale, ma non è mai felice perché le ricchezze non basta conquistarle, bisogna anche mantenersele, e questo per chi è nel ruolo di vittima è sempre un grande sforzo continuo.

La vittima, il materialista vive costantemente in una condizione di necessità, di sforzo e di pericolo, deve sempre capire qualcosa che non sa, sempre imparare una nuova strategia, sempre essere vigile e armato.  Egli è vittima innanzitutto delle teorie, innumerevoli teorie che lo rendono vittima prima ancora di avere la possibilità di metterle in pratica. La vittima vive costantemente in un territorio nemico. Il mondo è negli occhi di chi lo guarda. La vittima vive in un mondo ostile. Non importa quanto sia furbo, capace, fortunato, ricco o famoso, vive sempre nel pericolo, nel bisogno, nell’ansia.

Il mago si occupa unicamente della ricerca della verità. Il denaro e tutto ciò di cui ha bisogno, gli arriva con una copiosità e una semplicità meravigliosa. Non ha mai paura di perdere qualcosa, perciò non deve impegnare energie per difendere o trattenere, lascia fluire e più lascia fluire e più tutto gli arriva. Il mago vive in una ricchezza e in una quiete impeccabile.

L’apprendista sta a metà tra la vittima e il mago. La storia del Nat 24 ci parla di un mago che ha fatto una magia a metà. Si dice, infatti, che, per sfuggire ai sodati del re che volevano catturarlo, egli avesse sparso della polvere magica intorno alla statua di un elefante, trasformandola in un animale vero sul dorso del quale pensava di poter fuggire. Purtroppo l’elefante rimase attaccato al suo basamento di pietra. La magia è una dote istintuale che possiamo recuperare riavvicinandoci alla natura.

Non fare le magie a metà significa non avere paura, imparare ad ascoltare il proprio istinto e fidarsi di esso.

“La Magia è l’arte di operare il cambiamento in conformità con la volontà”, diceva un inglese vissuto a cavallo tra l’ottocento e il novecento e considerato un grande mago cerimoniale: Aleister Crowley.

Se prendiamo per buona la definizione di magia data da Crowley, allora ci si pone la questione della volontà: per apprendere la magia, bisogna imparare a volere.

Nella visione immaginale della psicologia del profondo e delle tradizioni tantrico-sciamaniche, la magia diviene l’arte di governare la luce chiara. Nella visione immaginale la realtà è immagine,   sogno   o   proiezione   della   luce   chiara   che   si   esprime   ad   ogni   esalazione, proiettandosi e si ritira ad ogni inalazione riassorbendosi. Essa genera con il proprio movimento continuo le immagini di ogni evento di cui possiamo avere esperienza. Essere maestri  della  luce  chiara,  significa  poter  creare  consapevolmente  la realtà  che  si  vuole a mezzo del proprio respiro che veicola la luce chiara. In altre parole, essere maestri della luce chiara significa essere consapevoli sognatori del sogno.

Il mago è, nella visione immaginale, il maestro della luce chiara, ovvero colui che governa il movimento della luce consapevolmente: anche qui ci si pone, dunque, la questione della volontà, ma non solo. Dobbiamo infatti chiederci chi è in noi che ha il potere di muovere la luce chiara: il nostro Io, il nostro Ego o un aspetto di noi ben più profondo e universale che potremmo definire anima? Andando sempre più in profondità nella volontà non possiamo non incontrare la sensazione del volere primevo che ci ha voluti nel mondo, cioè la vocazione che ha determinato la nostra nascita, la volontà che ci ha chiamati in essere.

La volontà, dunque, come evento primario che ha generato l’esistenza di ogni cosa. Questa volontà è ciò che l’anima sceglie per noi prima ancora della nostra nascita. Per aiutarci a ricordare la volontà dell’anima a ognuno di noi viene affiancato un daimon, secondo la visione degli antichi.

Ciascuna persona viene al mondo perché è chiamata. L’idea viene da Platone, dal mito di Er che egli pone alla fine della sua opera più nota, la Repubblica. In breve, l’idea è la seguente.

Prima della nascita, l’anima di ciascuno di noi sceglie un’immagine o disegno che poi vivremo sulla terra, e riceve un compagno che ci guidi quassù, un daimon, che è unico e tipico nostro. Tuttavia nel venire al mondo dimentichiamo tutto questo e crediamo di essere venuti vuoti. È il daimon che ricorda il contenuto della nostra immagine, gli elementi del disegno prescelto, è lui dunque il portatore del nostro destino

Una vocazione può essere rimandata, elusa, a tratti perduta di vista. Oppure può possederci totalmente. Non importa: alla fine verrà fuori. Il daimon non ci abbandona.


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Le sedute, i corsi, i seminari, i ritiri e le conferenze offerte dagli operatori dell’Associazione di Nonterapia e nell’ambito dei percorsi di Imaginal Academy sono volte allo scopo della ricerca interiore, del problem solving e della crescita personale, non si sostituiscono al lavoro di medici e psicoterapeuti poiché non considerano, non trattano e non si pongono come obiettivo la risoluzione di patologie e sintomi di stretta pertinenza medico/sanitaria.

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Il corso è svolto allo scopo della ricerca interiore, del problem solving e della crescita personale, non tratta e non si pone come obiettivo la risoluzione di patologie e sintomi di stretta pertinenza medico/sanitaria. Esso è per tutti gli spiriti liberi, per chi sa scorgere nelle difficoltà delle opportunità di crescita, per chi crede che la felicità sia cosa di questo mondo, per chi sa piangere a volte e ridere molto ed è disposto ad amare incondizionatamente. I servizi forniti da Associazione di Nonterapia non si sostituiscono nemmeno in parte all’opera di medico e psicologi. In caso di patologia è necessario rivolgersi a un medico.

Dettagli

Data:
21 Novembre 2022
Ora:
21:00 - 22:00

Organizzatore

Centro Mosaica
Email
eventi@centromosaica.it