Amo ergo sum

Il femminile profanato e il ritorno del sacro

Negli scorsi giorni la Polizia Postale ha disposto la chiusura di un sito e un gruppo social, Phica.eu e Mia moglie, diventati luoghi di esposizione e derisione del corpo femminile. Le piattaforme raccoglievano e diffondevano immagini intime, spesso senza consenso, accompagnate da commenti umilianti e sessisti. Gli inquirenti hanno avviato un’indagine per identificare e perseguire gli utenti che, protetti dall’anonimato, alimentavano questa macchina dell’offesa.

Non solo cronaca, ma simbolo

Questa non è soltanto una vicenda giudiziaria. È un evento che tocca l’immaginario collettivo e lo interroga. Dietro la pornografia dell’offesa e la violenza dei commenti si nasconde un dramma antico: la profanazione del femminile. Non del corpo di una donna singola, ma del principio femminile come archetipo universale, quella forza che, nelle culture di ogni tempo, ha incarnato la bellezza, la generatività, la protezione, ma anche il mistero e il potere della trasformazione.

Archetipi in lotta

Nell’immaginario collettivo, il femminile non riconosciuto degenera nell’ombra: diventa oggetto, merce, preda. Il maschile, quando smarrisce la sua funzione di custode e di ponte, non danza più con l’altro polo ma lo vuole sottomettere. Così eros si capovolge in thanatos: il desiderio di incontro si trasforma in pulsione di dominio e di annientamento.

Questi siti, con la loro logica di umiliazione, non sono altro che templi rovesciati: spazi in cui il sacro del corpo viene negato e il femminile archetipico viene ridotto a immagine consumabile.

Il risveglio della comunità

La chiusura di tali piattaforme, e la caccia agli utenti che le alimentavano, è allora un atto collettivo di esorcismo. È come se la comunità dicesse: basta profanazione, restituiamo dignità al simbolo femminile. La giustizia umana, in questo senso, diventa un rito sociale: ciò che era stato gettato nel fango viene sollevato alla luce.

È un segnale che l’anima collettiva non sopporta più la riduzione del femminile a merce. La psiche profonda chiede un nuovo equilibrio tra maschile e femminile, tra eros e logos, tra corpo e spirito.

Fare anima

Per “fare anima” oggi, davanti a questa notizia, non basta indignarsi. Occorre domandarsi: quale parte di me partecipa, anche in silenzio, alla cultura dell’umiliazione? Dove anch’io trasformo l’altro in oggetto, anziché riconoscerlo come volto, come mistero, come archetipo?

Ogni donna offesa sul web è un’icona spezzata della Dea Madre. Ogni commento sessista è una pugnalata a quel principio di vita che abita in noi. Ma ogni gesto di rispetto, di cura, di riconoscimento può essere un atto riparativo, un’offerta sul nuovo altare del femminile.

Formula meditativa

“Riconosco in ogni volto il volto della Madre.
In ogni corpo, il tempio del sacro.
In me, la responsabilità di custodirlo.”

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Morgan K Barraco

Selene

Attivista spirituale, fonda l’Associazione di Nonterapia e Imaginal Academy. Un approccio innovativo che regala una rivoluzione del metodo di pensiero.

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