Amo ergo sum

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Dalle abitudini tossiche alla rinascita: intervista su Marie Claire

"I due ingredienti che fanno la differenza tra l'abitudine e il rituale sono l'intenzione e la consapevolezza"

Selene di nuovo protagonista di un interessante articolo pubblicato alla nota rivista Marie Claire. In un dialogo aperto con la giornalista, l’autrice di Mudra e Meditazioni per Viaggiare Tra i Mondi svela il suo segreto per trasformare le abitudini in consapevolezza e gratitudine.

Se tutte le sere prima di andare a letto bevo una tisana e lo faccio d’abitudine“, spiega, “finisce per diventare una sorta di atto compulsivo, obbligatorio che rischio di fare anche con un senso di fatica e di noia“. Esiste un modo per evitare di inciampare nelle routine e scivolare in un vortice senza fine?

La risposta arriva pronta dalla stessa Selene (biografia).

Se, invece, trasformo questo gesto in un rituale, allora ogni sera lo posso dedicare a qualche particolare immagine della mia giornata, posso trasformarlo in una preghiera per l’indomani o in un gesto di ringraziamento del mio corpo e dei miei organi che mi hanno sostenuta nel corso della giornata appena trascorsa, o anche posso dedicare il rito agli spiriti del sonno e della notte al fine di propiziarmi una notte serena e un sonno ristoratore. I due ingredienti che fanno la differenza tra l’abitudine e il rituale sono l’intenzione e la consapevolezza. Quando hai intenzione di dedicare i tuoi gesti o i tuoi pensieri a un principio cosciente, a un obiettivo, per esempio, quando dai loro un significato, come ringraziare o prenderti cura, quando sei consapevole dei tuoi gesti, delle tue emozioni, dei tuoi pensieri, allora stai compiendo un rituale.

Non esiste bianco o nero, buono o cattivo quando si parla di abitudini. Selene sottolinea infatti che qualsiasi abitudine, proprio per sua natura, è “tossica”. Le abitudini spingono l’essere umano ad agire in modo automatico, inconsapevole. Al contrario, quando si è consapevoli si opera attraverso rituali che non potranno mai essere uguali a se stessi. “Perchè tu non sei mai veramente uguale a quello che eri solo l’attimo prima”, prosegue.

Morgan K Barraco

Morgan K Barraco