Buongiorno,
oggi parliamo del perché non essere puritano può consentirti di vivere meglio.
Ho letto una notizia che riguarda Chiara Ferragni che si è fotografata nuda e avrebbe risposto alle critiche sui social dicendo: “Siete tutti dei puritani!”
Ma questo non è il puritanesimo. Il puritanesimo oggigiorno non è puntare il dito contro qualcuno che si spoglia nudo, perché questo ormai è una cosa normale, quasi banale nella nostra società dove tutto è in vendita. Anzi, le critiche in questo caso fanno il gioco di lei che si è spogliata proprio per ricevere critiche e quindi visibilità.
Il puritanesimo è qualcosa di molto più profondo che ci portiamo dentro, qualcosa che la religione sociale, non quella spirituale, ha innestato negli individui in modo molto profondo e se uno non è consapevole non lo riconosce.
D’altra parte, come diceva James Hillman, è difficile per noi non dirci cristiani; il cristianesimo ha plasmato fortemente la nostra psiche attraverso il senso dell’io. Il solo fatto di sentirci individui distinti e separati dagli altri, il solo fatto di sentirci qualcuno è una narrazione che ci viene dalla nostra religione e quindi, come diceva Hilman, è difficile non dirsi cristiani o, in senso più ampio, abramitici. Tutte le religioni abramitiche hanno fortemente plasmato la psiche degli individui e hanno innestato in ciascuno di noi un senso molto forte di puritanesimo.
Essere puritani vuol dire reagire moralisticamente a degli avvenimenti che non meriterebbero di essere approcciati attraverso la morale e questo lo fanno un po’ tutti senza rendersene conto perché ciascuno ha la propria morale, il proprio codice etico. Quando questo codice etico diventa inconscio, cioè inconsapevole, e guida l’individuo in modo automatico l’individuo diventa un puritano.
Il odice etico è indispensabile per vivere nella civiltà ma la differenza tra chi è puritano e chi è libero è che chi è puritano non sa di avere introiettato un codice etico e non sa che le sue reazioni passano attraverso un’etica che lo guida, che non è una sua scelta ma un condizionamento che gli viene dalla sua religione, dalla sua cultura, anche se si ritiene non religioso.
Il puritano è uno che reagisce con una morale inconscia alle cose, e in fondo in fondo lo sono un po’ tutti, siamo in un paese di puritani, siamo immersi in in una cultura di puritani.
Poco tempo fa ci sono state due mamme che hanno fatto notizia perché hanno abbandonato il loro bambino appena partorito e subito è scattata un’ondata di puritanesimo contro di loro. Si tratta di reazioni automatiche, guidate da qualcosa di inconscio che ci è stato instillato, perché poi se uno ci pensa bene si dice: ”Ma scusa ma perché io devo accusare questa persona? Non so niente di lei, non conosco le motivazioni che l’hanno spinta a fare questo gesto, non conosco la sofferenza che accompagna il suo gesto, magari ha fatto questo sacrificio unicamente pensando al bene del figlio, quindi perché devo giudicare?”
Per non essere puritani ci vuole la capacità di mettere sempre in discussione se stessi e quindi bisogna fare un cammino di crescita. Per non essere puritani bisogna riuscire a mettere sempre in discussione le proprie certezze mentali, che poi sono le nostre più grandi bugie. Bisogna avere tanta energia perché l’attenzione cosciente richiede energia, bisogna avere quindi una vita sana, mangiare in modo sano, cercare di vivere il più possibile vicino alla natura, fare uno yoga, meglio se uno yoga sciamanico, per avere sempre un elevato livello di energia.
Io credo che viviamo un mondo di puritani perché le persone che si trovano su un cammino spirituale autentico sono pochissime.
Ricordo che il mio maestro nella giungla, il Venerabile Ghata Thera, un giorno guardò me e il mio compagno di meditazione, il Reverendo Gotatuwe Sumanaloka Thero, e ci chiese quanti fossimo in quel momento. Gli rispondemmo guardandoci, un po’ perplessi: “Siamo due più te, Maestro”. Poi ci chiese quante persone ci fossero fuori dal nostro Jungle Temple, come lo chiamava lui. Accadeva quasi quarant’anni fa e io gli risposi: “circa sette miliardi”. Lui ci guardò, inarcò le sopracciglia e disse: “Ecco”, che voleva dire tante cose, significava siamo pochi.
Alla fine, però, il risveglio non è mai una questione numerica, l’evoluzione non è mai una questione numerica, è una questione di energia; siamo magari pochi ma abbiamo tante energie.
Non c’è niente di più opposto all’evoluzione spirituale del puritanesimo, perché il puritanesimo è mancanza di capacità di mettere in discussione se stessi, mancanza di volontà e di energia.
Il mio invito per questa settimana è di spendere almeno un minuto al giorno a interrogare noi stessi su quanto siamo puritani, su come e quanto applichiamo una un’etica meccanicistica agli eventi, perché solo l’esperienza estetica, la bellezza, l’amore sono la verità; qualsiasi esperienza etica, moralistica è finalizzata alla società non alla natura e quindi non alla verità.
Quindi interroghiamoci ogni giorno almeno per un minuto e chiediamoci quanto il nostro comportamento sia condizionato da una morale inconscia che si basa su un codice etico in cui crediamo al punto da averlo trasformato in una certezza e chiediamoci quanto siamo disposti a rinunciare a questo atteggiamento puritano.
Se la risposta è zero sono puritano. Poi è chiaro che siccome viviamo in un mondo di puritani le certezze vengono esaltate e chi è pieno di certezze è ritenuto bravo perché procede sicuro nella vita, finché arriva il giorno in cui crolla e gli crolla tutto il mondo addosso, perché succede sempre così.
Un cammino autentico è un cammino naturale; la natura non è un’esperienza etica, moralistica, è un’esperienza estetica dove tutto è puro fin dall’origine. Il cammino spirituale è il cammino che ci avvicina allo stato naturale. Allora dobbiamo sciogliere il puritanesimo che ci portiamo dentro per vivere meglio.
Tutte le morali che abbiamo introiettato rappresentano la dimensione dei nostri inaccettabili e dei nostri inarrivabili; l’inarrivabile e l’inaccettabile sono sempre due facce della stessa medaglia, ogni inaccettabile che crei attraverso un atto di puritanesimo proietta un inarrivabile; quindi, l’essere puritani è assolutamente funzionale al sistema, perché gli individui puritani sono pieni di autolimitazioni, pieni di inarrivabili e quindi sono misurabili, governabili e prevedibili.
Se vuoi fare la vera rivoluzione della coscienza non essere puritano, non aderire in modo automatico a nessun codice etico, puoi farlo per libera scelta, essendone consapevole, ma non inconsciamente in automatico, perché allora vuol dire che il tuo codice ti sta governando e non sei libero perché non riesci nemmeno a comandare a te stesso e chi non sa comandare a se stesso deve ubbidire agli altri; il puritano è schiavo di se stesso e per conseguenza anche degli altri
Allora se veramente vuoi raggiungere grandi obiettivi fai questa meditazione per una settimana, almeno per un minuto al giorno, così da permetterle di acquisire un potere automatico.
Vi abbraccio!