Amo ergo sum

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Il mito del superuomo. Da Nietzsche ad Aurobindo

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Un libro che costruisce un ponte tra Oriente e Occidente, in una sintesi feconda delle visioni di due grandi del pensiero contemporaneo.

Un invito  all’esperienza della libertà dalla paura seguendo un cammino nel tempo e nello spazio che ritrova in Nietzsche e in Aurobindo, nelle demonesse tantriche e nell’alchimia greco-egiziana, in Occidente e in Oriente, il piacere di pensare e di fare del pensiero il mezzo della libertà dal conosciuto.

Riunirci alla nostra ombra, osservarci da una prospettiva non angusta ma molteplice, cavalcare le onde della vita con la forza dell’Eros, anziché affogare nella rigida densità della morale, conduce a una sorta di disidentificazione dall’umanità, dalla «civiltà», dal moto del progresso imposto dalla paura.

“In anni non lontani, in due luoghi del mondo assai distanti, due uomini parlano del medesimo mito esprimendosi attraverso le medesime forme: la filosofia e la poesia.

Nietzsche nasce il 15 ottobre del 1844 a Röcken, un paesino nei pressi di Lützen,  Aurobindo nasce il 15 agosto del 1872 a Calcutta, è di 28 anni più giovane di Nietzsche.

Aurobindo conosce il pensiero di Nietzsche e anche la chiave di lettura che di quel pensiero dava il nazismo. Aurobindo è un acerrimo nemico del nazismo e pare voglia riscattare il mito del superuomo dalla  strumentalizzazione finalizzata alla lotta tra i popoli. Così egli si esprime nel suo aforisma che fa riferimento allo Zarathustra di Nietzsche:

“Nietzsche ha visto il superuomo come un’anima di leone che esce dallo stato di cammello; ma il vero emblema araldico e il segno del superuomo è il leone seduto sul cammello ritto sulla vacca dell’abbondanza. Se non puoi essere lo schiavo di tutta l’umanità, non sei in grado di esserne il signore, e se non puoi rendere la tua natura simile alla vacca dell’abbondanza di Vasishtha (Nota: celebre rishi dei tempi vedici. Possedeva una vacca, Kamadhenum, che gli forniva tutto ciò di cui aveva bisogno per sé e per il suo ashram, compreso gli eserciti per difenderlo) affinché l’umanità intera possa mungere dalle sue mammelle a sazietà, a che vale la tua leonina superumanità?” (Pensieri e Aforismi ed. Arka p. 261)

Aurobindo condivide con Nietzsche la passione per Eraclito e ama a tal punto il filosofo greco che gli dedicherà uno studio importante.

Negli “Essays on the Gita” Aurobindo dice: “ Un giorno verrà in cui l’umanità sarà preparata spiritualmente, moralmente e socialmente per il regno della pace universale, ma in tale attesa, la battaglia intesa come aspetto della vita, la natura e la funzione dell’uomo come guerriero, devono essere accettate, e ogni religione e filosofia pratiche devono tenerne conto” (Sri Aurobindo “Lo Yoga della Bhagavad Gita” ed. Mediterranee p. 49).