Amo ergo sum

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22 aprile 2020

EARTH PASSAGE – MEDITAZIONE PER LA TERRA – con Selene Calloni Williams

250,00 cad.

EARTH PASSAGE – MEDITAZIONE PER LA TERRA

Una giornata per apprendere il sacro processo della Meditazione e fare della Meditazione un vero e proprio rito di passaggio che cambierà la tua visione della realtà.

Sarà un’esperienza di passaggio unica e indimenticabile per tutti i partecipanti.

Il 22 Aprile è la Giornata Internazionale della Terra.

Cos’è la Giornata Internazionale della Terra?

Questa è la ricorrenza scelta per onorare la Terra ed il concetto di pace, per celebrare l’ambiente e la salvaguardia del pianeta Terra, per sottolineare la necessità della conservazione delle risorse naturali, come occasione per valutare le problematiche del pianeta: l’inquinamento, la distruzione degli ecosistemi, flora e fauna in via d’estinzione e l’esaurimento delle risorse non rinnovabili (come carbone, petrolio e gas naturali). Ci si focalizza sulle possibili soluzioni: riciclare, ridurre l’uso dell’auto e proteggere specie in pericolo.

Cos’è l’Earth Passage?

La Meditazione e i cammini di crescita spirituale possono fare molto per aiutare l’uomo a sviluppare un vero e proprio atteggiamento di ecologia profonda e non solo. La Meditazione può essere uno strumento straordinario per arrivare ad una piena realizzazione dell’obiettivo che ci si è posti, per risvegliare e potenziare doti e talenti, per progredire verso la libertà e la felicità, intesa come piena realizzazione della missione dell’anima.

La Meditazione: oppio del Capitalismo o reale strumento di realizzazione e felicità?

In tempi recenti si sono diffusi diversi cammini spirituali e molte scuole di meditazione di varia estrazione. La vera spiritualità è sempre un’azione rivoluzionaria di cambiamento per il meglio.
Gesù è stato il più grande rivoluzionario nella storia dell’Umanità. Oggi la spiritualità rischia di essere usata come “oppio del Capitalismo” in quanto viene impiegata per anestetizzare gli effetti negativi prodotti da una società disfunzionale piuttosto che per creare le energie per favorire il cambiamento.

La gentilezza, la buona fede e la preparazione di tanti insegnanti di meditazione non è messa in discussione, però, quando la Meditazione arriva in Occidente e diventa Mindfulness, rischia di essere unita a istanze terapeutiche desacralizzate e visioni tecnico-scientifiche, smarrendo la sua carica originaria di ribellione, di sacro, che è una forma imprescindibile dell’amore, ed è quella senza la quale la meditazione perde ogni capacità di raggiungere lo scopo per la quale è stata creata: condurre l’essere umano alla libertà.

Lo stress, che è una risposta dell’anima a situazioni frustranti nelle quali l’essere umano non dovrebbe accettare di rimanere nemmeno un minuto, è stato patologizzato e, da strumento dell’anima per la ribellione e la libertà, si è trasformato in una malattia da curare.
L’idea alla base della Mindfulness psicologica e tecnico-scientifica è che la causa della nostra insoddisfazione e del nostro stress è nelle nostre teste. Eppure, il Buddha non è partito da una volontà di cambiare qualcosa che era nella propria testa, ma di cambiare qualcosa che era nel mondo.

Alla fine del proprio percorso spirituale, il Buddha ha potuto costatare che tutto è Chitta Maya cioè “inganno della coscienza” e che nulla è veramente oggettivo.
Tutto è apparizione, visione, immaginazione, “Saṃsāra”, dicono i buddhisti. Il mondo materiale, che è permeato di dolore e di sofferenza, è privo di sostanza, è miraggio, illusione, “Maya”. Ma ciò non significa affatto che sia tutto nella nostra mente.
Quando l’uomo immagina e proietta il mondo, c’è qualcuno con lui, qualcuno di invisibile. Di certo la creazione immaginale necessita dell’unione di due principi per attuarsi:
Māra, è l’Asura (il “nemico dei sura” cioè “nemico del Deva, il divino”); esso incarna la forza che cercò di distogliere Gautama Siddharta, il Buddha, dal raggiungimento del risveglio.
Mara è il tentatore, colui che distrae gli esseri dalla pratica rivolta alla liberazione dal Saṃsāra, rendendo la vita mondana seducente o facendo sembrare il negativo come positivo. Esso rappresenta, più in generale, la morte spirituale, tutto ciò che ostacola la via verso la libertà.
Se, quando immagini, sei unito a questa forza, la tua creazione immaginale, il tuo mondo, diventa fonte di ansia e sofferenza.

L’Avatar è l’opposto dell’Asura, è la manifestazione del Deva, la divinità, avente lo scopo di ristabilire e tutelare sulla Terra il Dharma, la legge naturale.
Dunque, non è proprio tutto nella mente. Il dolore e la sofferenza sono nell’intenzione di unirsi all’Asura, anziché all’Avatar.
L’ideale da cui si è ispirati è determinante per lo stato di salute!
Essere ispirati da un ideale che trascende i limiti del proprio Ego è essenziale per avere energie, motivazione, idee. Le idee, infatti, non sono un secreto del nostro cervello, esse sono “dèi” e “dèe” e vengono a noi in forma “adirata” o “pacificata” a seconda del nostro ideale.
Le persone con sintomi depressivi sono più focalizzate su se stesse e meno connesse con gli altri. Meditare per se stessi non è una buona idea, perché rende inefficace il processo stesso della meditazione.
Quando ero nell’eremitaggio della foresta di Habarana, in Sri Lanka, il mio maestro, il Venerabile Gata Thera mi disse: “devi farlo per l’uccellino che canta ogni mattina, per la pioggia che nutre la foresta e per gli elefanti, non per te, altrimenti non funziona, semplicemente non funziona!”

La meditazione, intesa come rituale sacro, dissolve le barriere dell’Io e conduce il praticante nel Samadhi (“unione con il tutto”),
Se si confonde l’essere funzionali e performanti in un sistema predatorio con l’essere realizzati e felici si finisce per dover affrontare una frustrazione, una tristezza e una angoscia assai più vaste di quelle che si voleva curare.
Utilizzare la meditazione per anestetizzare mali, disagi e problemi non è una buona idea, in quanto i nostri mali sono la chiamata della nostra stessa anima a cambiare le condizioni del nostro mondo, le situazioni nelle quali viviamo.
È vero: il mondo è negli occhi di chi lo guarda, eppure non è vero che cambiando unicamente la nostra mente possiamo cambiare mondo. Non parlo di cambiare il mondo, ma di cambiare mondo, che è una cosa fattibile per il meditante.
Cambiare mondo è un atto d’amore e di ribellione. Si è ribelli in quanto si ama e si vuole che l’oggetto del nostro amore sia libero.
Poiché il mondo che esperiamo è distinto da noi, non possiamo cambiarlo semplicemente cambiando il nostro atteggiamento verso di esso.

La dimensione della vita è una dimensione di lotta: il germoglio deve lottare per bucare il terreno, crescere, farsi strada tra gli altri alberi per conquistare la luce del sole nella foresta e divenire una possente quercia. 

Il fatto che le grandi aziende, ancora strutturate su modello patricentrico-gerarchico, utilizzino la Mindfulness per i loro dipendenti non significa necessariamente che vogliano condurli a una forma di maggiore libertà e benessere interiore, ma semplicemente che una certa Mindfulness, a cui è stato strappato il cuore sacro, è uno strumento funzionale alla possibilità di continuare a mantenere una forma di potere sugli individui.

Voglio fare notare che la felicità, come intesa da Socrate, è Eudaimonia. La parola Eudaimonia significa avere un buon Daimon, cioè una buona missione, un buon ideale, uno spirito guida che conosce la missione della nostra anima nel mondo e incessantemente la bisbiglia al nostro orecchio per condurci alla felicità.
Ascoltando il nostro Daimon un uomo trasforma lo stress in forze positive, l’ansia in una spinta creativa e alla fine cambia mondo, ciò trasforma tutta la realtà che egli sperimenta e vive.

Quando la meditazione seda e anestetizza la spinta dell’anima a cambiare mondo, non è mai vera meditazione.

D’altra parte, ogni forma di spiritualità ha sempre due facce: ciò che ti può liberare può anche renderti assolutamente schiavo.
La vera meditazione, che sia buddista, cristiana o di altra tradizione, ti riporta alle origini della spiritualità, all’anelito di libertà che ha permeato la creazione con la quale il sentimento spirituale è venuto in essere come grande atto di ribellione, di libertà e di amore.
La vera Mindfulness oggi più che mai deve avere in sé le chiavi del risveglio del senso del sacro, se davvero deve essere efficace nell’accompagnare il praticante alla realizzazione di sé e alla felicità.

Se vuoi imparare a meditare, apri gli occhi e parti con il piede giusto!

AVVERTENZA:

Le sedute, i corsi, i seminari, i ritiri e le conferenze offerte dagli operatori dell’Associazione di Nonterapia e nell’ambito dei percorsi di Imaginal Academy sono volte allo scopo della ricerca interiore, del problem solving e della crescita personale, non si sostituiscono al lavoro di medici e psicoterapeuti poiché non considerano, non trattano e non si pongono come obiettivo la risoluzione di patologie e sintomi di stretta pertinenza medico/sanitaria.